Scicli – "Ci risiamo. In questi giorni abbiamo ricevuto diverse segnalazioni su morie di pesci alla foce del torrente Modica-Scicli. E, non è la prima volta, a sentire alcune testimonianze, che tale fatto si verifica. Il torrente Modica-Scicli si conferma ancora una volta altamente sensibile agli inquinamenti di varia origine, come fu appurato nel luglio scorso dal monitoraggio di Goletta Verde e confermato anche nella successiva Conferenza di servizi del 5 agosto. E' arrivato il tempo di sanare una volta per tutte questa situazione".
E' questo il commento di Alessia Gambuzza, presidente del circolo Legambiente Kiafura sulla moria di pesci riscontrata nei giorni scorsi sul torrente Modica Scicli. Il Circolo Legambiente di Scicli ha già chiesto l’intervento dell’ARPA, auspicando che siano disposti opportuni campionamenti in maniera tempestiva, in modo che gli eventuali inquinanti possano essere rintracciati nelle acque e nei tessuti dei pesci. Nelle acque del torrente si sversano i reflui del depuratore di Modica, spesso malfunzionante, e del depuratore di Scicli sito in contrada Lodderi.
"Vale la pena ricordare – aggiunge Alessia Gambuzza – che nel corso della Conferenza di servizi della scorsa estate l'Amministrazione comunale di Scicli prese l'impegno di portare a compimento entro il mese di ottobre 2019 il completamento dei lavori per il collegamento e per la messa in esercizio del nuovo depuratore di contrada Palmentella. A che punto siamo su questo fronte?". "Le aste fluviali – conclude la presidente Gambuzza – sono ovunque ritenute autentici patrimoni da tutelare e rilanciare con opportune iniziative urbanistiche nei tratti cittadini.
Un torrente che unisce i due centri UNESCO più a sud dell’Europa continentale, come Modica e Scicli, dovrebbe ospitare lungo le sue sponde un percorso naturalistico, con valorizzazione delle aziende agricole che lungo l’alveo producono frutta e ortaggi di qualità, e meriterebbe pertanto attenta considerazione, anche nell’ambito della revisione del PRG in corso. Pensiamo che sia arrivato il momento di ripensare a quel torrente non più come un luogo dove sversare reflui, nella migliore dei casi depurati, ma come un ulteriore motore di sviluppo territoriale e turistico della costa iblea”.