Ragusa – Rischia, questo 75°anniversario delle Liberazione, di passare a Ragusa praticamente sotto silenzio. Mentre, al contrario, l’epidemia in corso, privandolo dei momenti pubblici, forse sarebbe stata l’occasione di un ripensamento profondo di valori da ribadire e rinforzare in un momento in cui rigurgiti sovranisti e spesso fascisti, razzisti ed antisemiti diventano ben più di sporadiche manifestazioni folkloristiche.
E nel totale silenzio dei partiti di sinistra e delle associazioni partigiane, delle forze democratiche di ogni tipo, bene ha fatto il consigliere comunale Carmelo Anzaldo a farsi carico di ricordare questa giornata, consapevole che “mai come quest’anno, in piena pandemia, l’appuntamento assume un valore simbolico altamente significativo”. E Anzaldo spiega “non sarà una celebrazione in tono minore a farci perdere il significato del 25 aprile che, anzi, proprio in questo periodo condizionato fortemente dall’epidemia pandemica, può assumere un significato ancora più pieno e profondo”.
Dopo aver ricordato che “l’appuntamento promosso da palazzo dell’Aquila prenderà il via alle 10,30 con una cerimonia in forma ridotta proprio di fronte al palazzo municipale e che proseguirà sino a piazza San Giovanni”, il consigliere propone una sua riflessione “il 25 aprile del 1945 la Liberazione spinse a guardare avanti. Fu raccolta la sfida di un Paese distrutto, occupato e governato dagli eserciti alleati, che doveva diventare indipendente e sovrano: dovette legittimare con elezioni democratiche gli enti locali, eleggere la Costituente, risolvere la questione istituzionale, redigere la Costituzione, risorgere dalle macerie materiali e morali.
Quest’anno il 25 aprile richiama, in modo peculiare, la spinta a guardare avanti che viene da quel lontano 25 aprile, proprio per l’emergenza mondiale che stiamo vivendo e che pone delle sfide non minori di quelle di allora. Ecco perché dovrà essere un modo differente, sicuramente più forte, di celebrare questa giornata che può assumere una dimensione completamente nuova. Occorre sì rimanere a casa ma, allo stesso tempo, pensare alla forza evocativa che questa giornata potrà assumere per tutti noi”. Poi Carmelo Anzaldo conclude con un pensiero forte e suggestivo “la libertà è sovraumana, si cerca ma non si trova perché la libertà è insaziabile e per sua natura vuole essere cercata, non contemplata ma masticata, non ingerita ma gustata, perché quando si parla di libertà ci si riferisce ad un senso ben specifico: il senso della vita.
Oggi desideriamo tanto uscire, sembra questa la libertà più desiderata, sembra che la nostra libertà dipenda dagli altri, ma non lasciamo che il nostro pensiero venga totalmente distratto, non fermiamo mai il nostro viaggio della vita, non facciamo mai mancare la speranza”. (da.di.)