Ragusa – Sono già 6000 le mascherine prodotte da nonne, mamme e anche qualche giovane figlia di Ragusa, tutte volontarie che hanno aderito al progetto “Chiamata alle Arti” promosso dall’associazione “Ci ridiamo su” e da alcuni volontari per realizzare mascherine lavabili in tessuto da regalare ai centri di assistenza domiciliare, alle case di cura per anziani, alle associazioni del partenariato Pro Diritti H, alle forze dell’ordine.
Da ormai un paio di settimane le macchine da cucine all’interno delle case di coloro che hanno aderito nella città di Ragusa, circa un centinaio, eseguono tutte le fasi, dal semplice cucito al trapunto, necessarie per realizzare le mascherine da donare. Un modo per sentirsi e al tempo stesso essere comunità, in questa fase così delicata, pur rimanendo a casa e contemporaneamente rendendosi utili e parte attiva. Stamani, anche grazie al supporto di uno dei promotori, Sergio Firrincieli, sono stati raggiunti i rappresentanti di alcune delle istituzioni locali per la consegna simbolica di alcune mascherine.
Un modo in più per “abbracciare”, naturalmente sempre virtualmente, le decine e decine di persone che hanno aderito fin da subito, potendo realizzare mascherine grazie al tessuto acquistato mediante la donazione economica iniziale del gruppo Centro Revisioni e Officine Avir assieme a Gemini Service e con il supporto di altri sponsor che via via hanno affiancato il progetto. Stamani la consegna delle mascherine direttamente nelle mani del sindaco di Ragusa, per un dono simbolico al Comune e dunque all’intera città, ma anche consegna in Prefettura, in Questura e al Comando della Polizia Municipale.
Altre donazioni sono in programma nei prossimi giorni durante l’ormai consueto giro quotidiano che clown dottori e volontari svolgono per consegnare gratuitamente le mascherine realizzate nelle case dei ragusani e poi donate alle strutture che si occupano di assistenza (sanitaria, per anziani, per disabili) e alle forze dell’ordine. Il sindaco Peppe Cassì, incontrando stamani i rappresentanti del gruppo di volontari del progetto “Chiamata alle Arti”, alla presenza anche di don Giorgio Occhipinti dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Salute, ha manifestato il proprio totale ringraziamento nei confronti delle nonne, delle mamme, delle giovani di Ragusa che hanno risposto presente alla speciale chiamata, pronte ad impiegare il proprio tempo a casa per la realizzazione delle mascherine da donare.
Un gesto di generoso altruismo, ha sottolineato più volte il rappresentante della civica amministrazione, che vede in prima linea tante concittadine pronte a rendersi parte attiva. “A queste persone – ha spiegato Sergio Firrincieli – assieme al tessuto da utilizzare per le mascherine, sono state consegnate anche delle lettere da compilare con dei pensieri e delle frasi relative a questo gesto di solidarietà collettiva. Tutte queste frasi vengono raccolte durante i ritiri a casa e assieme alle foto comporranno in futuro una mostra”. Dopo l’appello lanciato sui social, si sono registrate tantissime adesioni al progetto.
“Siamo molto soddisfatti anche perché giornalmente riceviamo altre adesioni da parte di persone che vogliono rendersi utili in questo periodo di forzata quarantena a casa – spiega Fabio Ferrito, clown dottore e Fabio Ferrito, presidente di Ci Ridiamo – Un modo per rafforzare il senso di comunità, per riscoprirsi vicini seppur a distanza e per rinnovarsi attraverso un gesto di aiuto reciproco che possa diventare nuovo stimolo per ognuno di noi all’interno di questo progetto di comunità in emergenza, come l’abbiamo definito, dove la collettività diventa comunità attiva e ricca di sano protagonismo.
Una città dove ognuno fa qualcosa di buono per un’altra persona. Sembra un sogno ma grazie ai componenti della nostra associazione e a tanti volontari, è divenuta una concreta realtà”. E sono proprio i volontari che ogni giorno consegnano il materiale a chi ne fa richiesta per poi ritirare, qualche giorno dopo, le mascherine realizzate e cucite in casa, per poi sterilizzarle e imbustarle in modo da essere già disponibili per la consegna programmata.