Firenze – La signora fiorentina Liliana, 83 anni, aveva raccontato la sua straziante storia sul blog "Storie di Firenze". Una storia che iniziava così: "Ogni notte, quando vado a letto, prego Dio di non farmi risvegliare. La mia vita è un inferno. Ho 83 anni, vivo sola in tre stanze, mio marito è ricoverato in una Rsa, è cieco, sordo, ha l'Alzheimer, non mi riconosce. Non abbiamo figli perchè non li abbiamo potuti avere. Non ho nipoti. Vivo in un condominio dove nessuno mi considera, potrei morire e nessuno se ne accorgerebbe".
Dopo la pubblicazione sulla pagina Facebook di Storie di Firenze (https://bit.ly/2KN8ad6), sono arrivate tantissime richieste di aiuto alla signora, soprattutto per tenerle compagnia telefonicamente e per aiutarla nell'acquisto dei beni di prima necessità. Non potendo, nel rispetto della sua privacy, fornire pubblicamente il numero di telefono della signora, il consiglio è quello di rivolgersi ad Auser Volontariato Firenze, che ha segnalato la storia della signora, e che può indirizzarvi a lei oppure alle altre decine di anziani che vivono in città una situazione molto simile.
Il servizio in questione di Auser si chiama "Parlami di te" (055-294324), un progetto che mette al centro l'importanza dell'ascolto e del racconto. Le giornate possono apparire davvero interminabili, e se una telefonata non allunga la vita, sicuramente porta sollievo e conforto a chiunque si trovi in una situazione di solitudine. “Parlami di te” è dedicato agli anziani che, come la signora Liliana (il nome è di fantasia), affrontano la solitudine quotidianamente. Ricevere una telefonata da chi è disposto ad ascoltare e condividere può rappresentare non solo un momento di sollievo, ma anche un impagabile scambio generazionale.
Ecco perchè da Auser rinnovano l'appello, soprattutto ai giovani: “'Parlami di te' si rivolge ai giovani che si avvicinano al mondo del volontariato a cui sarà richiesto di offrire all'anziano un momento di compagnia con una semplice telefonata. Un'opportunità umanamente unica per scoprire un vero e proprio patrimonio tra le chiacchiere, condivisioni di vita quotidiana e sarà anche un monitoraggio importante sulle reali necessità delle singole persone in un momento di estrema fragilità”.