Roma, 2 mag. – Covid-19 non ha fermato la chirurgia del Policlinico Gemelli Irccs di Roma. "In piena emergenza l'attività è stata riservata ai pazienti con un'indicazione chirurgica non procrastinabile: è il caso del trapiantato di fegato cui è stato riaperto con un metodo innovativo il dotto biliare, ma anche di pazienti oncologici o che non potevano rinviare l'intervento. Come, ad esempio, un paziente con pancreatite acuta da calcoli, che prima del ricovero è risultato positivo al tampone".
A raccontarlo all'Adnkronos Salute è Guido Costamagna, ordinario di Chirurgia Generale all'Università Cattolica e direttore dell'Unità operativa di endoscopia digestiva chirurgica del Gemelli, che ha guidato l'equipe protagonista dell'intervento eccezionale che ha riaperto con due magneti il dotto biliare di un paziente già sottoposto a due trapianti di fegato. Se nel caso dell'operazione con i magneti l'eccezionalità sta nell'approccio ("frutto di un'idea ingegnosa, che si è rivelata efficace in un soggetto molto delicato"), per il paziente con pancreatite "c'è da dire che questi era in condizioni tali da richiedere un intervento urgente, ma non mostrava sintomi di Covid-19.
Solo grazie ai controlli che vengono effettuati al Gemelli su tutti i pazienti in attesa di un ricovero, abbiamo potuto individuare la sua positività, confermata da due tamponi". Il paziente però non poteva aspettare. "Così ci siamo organizzati per operarlo in sicurezza", bardati di tutto punto con i dispositivi di protezione personale. "Inoltre abbiamo utilizzato un duodenoscopio particolare, uno strumento nuovissimo che si usa solo una volta e che evita il rischio di una cross infection", un'infezione incrociata, "a tutela degli altri pazienti. L'intervento – assicura – è andato molto bene".
In queste settimane i medici si sono ritrovati davanti a pazienti positivi "totalmente asintomatici, e dunque irriconoscibili. Per questo è stato importante adottare questo meccanismo di controlli stringenti su tutti i pazienti prima del ricovero, con test rapido delle immunoglobuline e tampone – evidenzia Costamagna – Quanto ai pazienti Covid positivi ricoverati al Covid-2 Columbus, in questa struttura è stata attrezzata una sala endoscopica ad hoc per sottoporre agli esami questi pazienti".
Al Policlinico Gemelli inoltre "l'ingresso dei pazienti è monitorato, tutta l'accettazione lo è. E al minimo dubbio i pazienti vengono isolati fino al doppio tampone negativo. Un approccio improntato alla massima cautela, ma fondamentale per la sicurezza dei nostri pazienti. Un'organizzazione capillare che naturalmente – aggiunge lo specialista – sarà fondamentale anche nella fase 2, quando dovremo riaprire l'attività ambulatoriale. L'endoscopia è un momento a rischio per via della liberazione di aerosol durante l'esame: faremo i tamponi a chi deve sottoporsi a questo controllo ambulatoriale, a tutela della sicurezza di operatori e pazienti", conclude l'esperto, ricordando che l'anno passato "sono stati eseguiti 22mila esami" di questo tipo nella struttura.