Calabroni giganti invasivi, una specie asiatica, sono stati avvistati negli Stati Uniti per la prima volta quest'anno nello Stato di Washington. Pubblicato negli Insider della Washington State University, l'articolo scientifico descrive il rapporto degli apicoltori, che hanno trovato decine di api decapitate da questa specie invasiva, dal pungiglione velenoso. E se arrivasse in Italia? Cosa potremmo fare per difenderci? Cosa possiamo fare per salvare le nostre attività? Dovremmo istituire altrettante” zone rosse” per contenere il diffondersi di questo insetto?
Se è vero che in Italia non c’è stato una tempestiva azione del Governo nel far fronte al Covid 19, è altrettanto vero che se non si prendono in anticipo delle misure di carattere preventivo per contrastare il Gigante Asiatico, ci ritroveremo in una situazione analoga. Non solo. Tutti noi ci auspichiamo che il Calabrone killer non sia frutto di manipolazioni genetiche, come è avvenuto per alcune specie di api che storicamente per errore umano sono diventate potenzialmente killer, perché altrimenti la situazione si potrebbe complicare notevolmente.
Considerata la possibilità che la diffusione ad oggi è limitatissima, sarebbe opportuno già ora ridurre qualsiasi importazione di beni che possano fungere da vettore di trasporto dell’insetto. Questo accorgimento ci permetterebbe di rallentare il fenomeno e di avere il tempo per studiare gli eventuali predatori ( rettili, uccelli,,,ect) che possano limitare la loro proliferazione, creando delle zone di controllo del calabrone nelle sue principali aree di insediamento. Già da ora sarebbe possibile attivare degli istituti di ricerca affinché si studino sostanze chimiche che, selettivamente associate a delle esche create opportunamente a base di carne ( data la loro natura carnivora), lo sopprimano gradualmente dando la possibilità di trasmettere la sostanza dannosa all’interno del nido causando la loro morte per “effetto a cascata”.
Altrettanto utile sarebbe lo studiare quelle sostanze chimicamente capaci di distruggerlo velocemente per preservare la sua diffusione nelle zone semi urbane ed urbane, sostanze da utilizzarsi con tutte le relative misure di precauzione legate al trattamento dell’area nel caso di utilizzo di una sostanza pericolosa. Insomma anche preparasi fin d’ora a combattere contro il Calabrone Killer sarà una delle probabili sfide per la nostra scienza. ( Dott. Girolamo Barracco )