Roma, 6 mag. – Numeri? "Procediamo sulla strada giusta ma il cammino è ancora lungo e non senza rischi. Ricordo che poche settimane fa avevamo 6mila positivi in più in un solo giorno, oggi siamo a 1.000, un numero ancora alto ma minore. Avevamo più di .4000 persone ricoverate in terapia intensiva oggi sono meno di 1.500. Dobbiamo insistere su questa linea di grande responsabilità e prudenza, potremmo essere soddisfatti quando vedremo qualche zero in più su quelle tabelle.
Ancora siamo distanti ma la direzione di marcia è quella giusta''. Lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza a 'Di Martedì' su La7. ''Il punto essenziale è rafforzare il nostro servizio sanitario nazionale, i nostri presidi territoriali e ospedalieri. Nel prossimo decreto che arriverà in settimana ho chiesto più di 3 miliardi di euro per dare più forza al nostro Servizio sanitario nazionale", ha aggiunto. ''Rafforzare i presidi territoriali significa essere più veloci nel fare i tamponi, essere più vicini alle persone e aumentare i servizi domiciliari. Con più soldi all'area ospedaliera intendo più posti per sempre a tempo indeterminato nelle nostre terapie intensive'', ha aggiunto il ministro.
''Lo spostamento è giustificato per lavoro, per salute o stato di necessità. Vedere un parente, una persona cara è stato di necessità. Fare una passeggiata in un parco o prendere un po' d'aria è stato di necessità. Credo che le norme vadano interpretate con buon senso, vadano interpretate con quella modalità che ad oggi gli italiani hanno dimostrato di saper leggere anche meglio di tanti commentatori'', ha detto ancora Speranza sottolineando che ""quello che deve guidarci è la massima prudenza e precauzione. Le mascherine sono molto importanti ma da sole non bastano, serve continuare a stare distanziati, a lavarsi le mani, serve continuare le buone abitudini di queste settimane''.
Perchè questa "è una battaglia che non si vince con i decreti, con i posti di blocco, con 200 controlli in più. E' una battaglia che si vince se tutti capiscono qual è la posta in gioco e la mia sensazione è che gli italiani abbiano capito il rischio che si corre e stanno dimostrando la loro responsabilità. Gli italiani stanno dimostrando di essere all'altezza di questa sfida''. "Non ci sarà un poliziotto per ogni autobus e metro. Non ci sarà un controllo per tutto – ha sottolineato Speranza – il nostro paese non funziona così. Sono le persone che devono capire quali sono i rischi. E' inimmaginabile che questa battaglia si vinca solo con una impostazione securitaria''.
In ogni caso "giovedì ho firmato un decreto molto importante condiviso con tutte le Regioni. Decreto che prevede 21 criteri attraverso delle soglie di allarme che ci faranno capire quello che sta avvenendo in ogni pezzo del nostro paese''. "'Sono criteri sulla capacità di monitoraggio di ogni singola Regione, sulla capacità di fare tamponi, sul tempo che passa dall'inizio del sintomo al momento in cui si fa un tampone, sul tasso di saturazione delle terapie intensive. Sulla base di queste criteri valuteremo se potremo allargare di più o se saremo costretti in alcuni territori a tornare indietro. Il monitoraggio è fondamentale in questa nuova fase'', ha aggiunto.
Quanto alla "app sugli spostamenti ci può aiutare, chiaramente non è la soluzione definitiva o il miracolo che risolve il problema. Dobbiamo continuare ad investire nell'app, nel rispetto delle norme, ma è un pezzo di una strategia fatta di tamponi, test, rafforzamento delle aziende territoriali, aumento dei posti in terapia intensiva. Se qualcuno pensa che abbiamo l'app e abbiamo risolto tutti i problemi si sta illudendo''.