Ragusa – “Nel nuovo bando per la gestione della piscina comunale di Ragusa è stato deciso di non salvaguardare i dipendenti della cooperativa che se ne dovrà occupare e, infatti, quattro persone su otto saranno costrette ad andare a casa. Lo stesso, invece, non accade per quanto concerne l’altro bando che per ora sta tenendo banco al Comune di Ragusa, vale a dire quello concernente i servizi di pulizia degli immobili comunali.
Infatti, in questo caso, sebbene inizialmente ci fosse stato il rischio di una riduzione dell’orario settimanale, poi sconfessata dall’assessore al ramo, è stato deciso di salvaguardare tutte e 29 le unità lavorative”. A segnalarlo i due consiglieri comunali democratici Mario Chiavola e Mario D’Asta che osservano con amarezza “l’occupazione dei lavoratori impegnati nei servizi di appalto per conto del Comune di Ragusa non si tocca. E, allo stesso tempo, non risulta comprensibile il motivo per cui, su fattispecie analoghe, l’amministrazione comunale utilizzi pesi e misure differenti”.
I due dem proseguono “vorremmo dunque capire le ragioni di questa scelta e, soprattutto, il motivo per cui non si tiene una linea univoca. In quest’ultimo caso, come normale che sia, se la cooperativa aggiudicataria del servizio non rispetterà le clausole di salvaguardia, con il mantenimento degli attuali livelli occupazionali, è contemplata la rescissione del contratto. Perché stessa procedura non è stata utilizzata con il bando riguardante la piscina? Perché non si è voluto tutelare, in questa circostanza, i lavoratori?
Quali sono i ragionamenti fatti? Ne vorremmo essere messi a conoscenza per capire il motivo di questa discriminazione. E, soprattutto, per verificare le ragioni per cui sono stati adottati due pesi e due misure nell’ambito, di fatto, della stessa procedura”. (da.di.)