Dieta mediterranea 'scudo' contro i calcoli renali. Lo suggerisce uno studio pubblicato sull''American Journal of Clinical Nutrition', firmato da Pietro Manuel Ferraro, Uoc Nefrologia della Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs e associato di Nefrologia all'università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma. Secondo lo studio questo tipo di alimentazione ridurrebbe del 28% il rischio di calcoli renali. È noto che la dieta gioca un ruolo importante nella formazione dei calcoli renali.
Nessuno aveva però finora studiato il ruolo di una dieta salutare, quale appunto quella mediterranea, nella riduzione del rischio di formazione di nuovi calcoli. "Insieme ai colleghi americani, abbiamo effettuato uno studio longitudinale – spiega Ferraro sul sito del Policlinico Gemelli – utilizzando 3 diversi gruppi di persone che avevano preso parte all'Health Professionals Follow-up Study (42.902 uomini), al Nurses' Health Study I (59.994 donne) e al Nurses' Health Study II (90.631 donne).
Ogni 4 anni (e per oltre 30 anni di seguito) sono state controllate le abitudini dietetiche di queste grandi coorti attraverso un questionario nutrizionale, mentre l’aderenza alla dieta mediterranea veniva valutata utilizzando il punteggio aMed (alternate Mediterranean diet). Per un sottogruppo di 6.077 partecipanti si è reso disponibile anche un campione di urine sul quale è stata analizzata l’escrezione di soluti urinari". Durante il follow-up sono stati diagnosticati 6.576 casi di nuovi calcoli renali. Il rischio di sviluppare nuovi calcoli è risultato del 28% inferiore nelle persone più aderenti alla dieta mediterranea.
La spiegazione di questo effetto protettivo viene dalla composizione delle urine di questi soggetti, che presentano una maggior concentrazione di citrato, un pH più alto (le urine erano cioè meno acide) e una minor concentrazione di sodio urinario. Tutto ciò determina una minor propensione alla precipitazione di cristalli che, aggregandosi, possono formare i calcoli veri e propri. L’80% dei calcoli è composto di ossalato di calcio; seguono quelli di acido urico e di fosfato di calcio; più rari quelli di cistina e da fosfati tripli. "La calcolosi renale – ricorda Ferraro – interessa circa il 9% degli italiani.
Nel nostro Paese ogni anno si registrano circa 100 mila nuovi casi di calcolosi renale. Oltre a essere particolarmente fastidiosa per chi ne soffre, questa condizione si associa nel lungo termine a problematiche, quali lo sviluppo di insufficienza renale cronica. Nella sua prevenzione giocano un ruolo molto importante le abitudini alimentari. Il rischio di calcolosi renale aumenta con una dieta troppo ricca di proteine animali, zuccheri semplici e sale. Anche una idratazione adeguata gioca un ruolo molto importante: la bevanda da preferire è l’acqua; da evitare invece sono le bevande gassate e zuccherate.
Come dimostrato dal nostro studio, la dieta migliore per prevenire la formazione dei calcoli è quella mediterranea che prevede un abbondante apporto di frutta e verdure fresche, legumi e un adeguato apporto di alimenti contenenti calcio". Per la formazione dei calcoli è importante anche il ruolo della familiarità (componente genetica) e dello stile di vita; oltre alla dieta, sono importanti un’attività fisica costante e il controllo del peso corporeo. "Le persone che tendono a formare con frequenza calcoli renali – conclude Ferraro – dovrebbero essere sottoposte a uno studio metabolico approfondito per evidenziare l’eventuale presenza di anomalie come un’eccessiva escrezione urinaria di calcio e ossalato o una ridotta escrezione di citrato.
In questi casi può essere effettuata una prevenzione mirata, per ridurre il rischio di recidive di calcoli e prevenire quindi lo sviluppo di insufficienza renale".