Addis Abeba, 16 mag. – Ci potranno essere fino a 2,5 milioni di casi di coronavirus in Africa il prossimo anno, ma la loro gravità sarà inferiore rispetto a quella che si è registrata in Europa o negli Stati Uniti. Questa la previsione dell'ufficio dell'Organizzazione mondiale della Sanità per l'Africa, basata su uno studio pubblicato sul 'Bmj Global Health'. La previsione è quella di un tasso di trasmissione più basso e di una carica virale più contenuta nel continente africano rispetto ad altri. Anche rispetto al numero di vittime, la previsione parla di 190mila decessi. Ci sarà comunque un ''grande impatto'' sul sistema sanitario, gli ospedali e i reparti maternità, già in forte sofferenza.
Nel primo anno della pandemia, si legge nello studio, circa un cittadino africano su quattro, pari al 22%, verrà contagiato dal coronavirus. Ed è probabile che la malattia resista per molto tempo, anche diversi anni. Secondo gli autori, tra le motivazioni responsabili del basso tasso di trasmissione del coronavirus vi è il fatto che il continente abbia una popolazione molto giovane se paragonata a quella di altri. Inoltre anche il basso tasso di obesità nei Paesi africani, paragonato a quello negli Stati Uniti o altrove, è un elemento che rallenta la trasmissione del Covid-19. ''Il fattore più significativo riguarda l'età. Ci sono anche poche persone che sono obese, sebbene il numero stia aumentano. Ma non siamo ai livelli degli Stati Uniti'', ha scritto l'analista Humphrey Karamagi. ''Stiamo monitorando i fattori sul campo.
E stiamo notando tassi di contagio più bassi nei Paesi africani rispetto all'Europa e agli Stati Uniti'', ha aggiunto Karamagi. Un rapporto della Commissione economica delle Nazioni Unite per l'Africa aveva previsto, a metà aprile, un numero di contagi e di vittime più alto nel continente, 1,2 miliardi di casi e 3,3 milioni di morti. A chi contesta ai Paesi africani di avere un numero basso di contagi perchè non esegue i test, Karamagi cita il caso del Sudafrica che ha "buone capacità di rilevamento, ma numeri bassi" il termine di contagi. Aggiungendo che ''c'è qualcosa nella struttura socio-culturale o di sviluppo o ambientale che sta rallentando le velocità di trasmissione'' in Africa.
Il rischio di esposizione, che è specifico per ogni Paese, è determinato da diversi fattori, tra cui il numero di persone che compongono una famiglia, la densità di popolazione, la percentuale di popolazione che vive nei bassifondi e l'infrastruttura stradale. I piccoli Paesi, tra cui le Mauritius, sono probabilmente i più vulnerabili, mentre quelli scarsamente popolati, come il Niger, la Mauritania e il Ciad, lo sono di meno.Per quanto riguarda il dato relativo alla popolazione, le Mauritius, le Seychelles e la Guinea Equatoriale avranno probabilmente il maggior numero di casi. A essere maggiormente a rischio restano i Paesi più grandi come il Camerun, il Sudafrica e l'Algeria, mentre la Nigeria ha il numero più elevato di infezioni, seguita da Algeria e Sudafrica. In Africa si ha ''un minor numero di persone le cui infezioni si evolveranno in una malattia più grave'', ha detto Karamagi, sottolineando che ''il tasso di mortalità causata dal coronavirus in Africa è stato dello 0,06%, rispetto a circa lo 0,1% altrove''.