Ragusa – “Ma cosa fanno allo Sviluppo economico?”. Inizia così, tanto per non lasciare dubbi, la dura nota con cui il movimento civico Territorio Ragusa lancia un attacco, e non è il primo per la verità, contro l’assessorato in questione, seppur non abbia risparmiato altri settori dell’amministrazione, ultimo in ordine di tempo quello alla cultura sulla questione del museo del costume. Addirittura il Direttivo, incontratosi in conference call, arriva a ventilare l’ipotesi di un cambio al vertice politico dell’assessorato quando afferma “serve una azione di rilancio dell’attività dell’assessorato che non è desueto pensare debba passare attraverso un rimpasto che possa costituire nuova linfa per una amministrazione che invece del rinnovamento ha saputo evidenziare solo forti limiti in alcuni settori, non bilanciati dai comparti che hanno mostrato segni di evidente vitalità”.
Gli addebiti che Territorio muove all’assessorato sviluppo economico sono parecchi “l’assessorato non ha mostrato particolare vivacità già nei primi due anni di amministrazione e, cosa più grave, appare assente nel dibattito per la ripartenza; molti parlano di puntare sulla ripartenza per un rilancio delle economie, anche locali, sfruttando le misure e i provvedimenti statali e regionali, ma pare che si viva solo sul miraggio di fondi europei che sono legati a progetti di dubbia utilità sul piano pratico per i lavoratori che risentono”. Segue poi una raffica di interrogativi sempre rivolti alla titolare dell’assessorato “a quanto ammonta il giro d’affari perso in questi due mesi? Quante sono precisamente le imprese costrette alla chiusura, a quanto ammonta il calo del fatturato rispetto alla media mensile dell’ultimo anno?
A quanto ammonta il calo occupazionale?” per poi concludere “dati che l’assessorato avrebbe dovuto sciorinare per poter programmare la ripartenza, invece ci dedica a tavoli di dubbia efficacia e a iniziative di dubbio esito”. Territorio poi ipotizza alcuni tra i punti nodali su cui occorrerebbe intervenire “nel piccolo della città, che rimane pur sempre il capoluogo, occorre pensare ad un piano per la ripartenza, nemmeno nei settori trainanti dell’economia locale c’è stato un segnale di vicinanza dell’amministrazione, dove sono andati a finire i mirabolanti programmi per la campagna promozionale del ragusano DOP avviata a dicembre dello scorso anno ? Quali i risultati ? fra l’altro in un settore, forse l’unico che non ha mostrato cali di fatturato, anzi.
Si è pensato di fare qualcosa per lo smartworking, per abituare i lavoratori, ove possibile a sfruttare questo innovativo sistema di lavoro? Non è l’assessore che dovrebbe chiedere lumi sulla Ragusa Catania? cosa si fa per il lavoro, la formazione, quanti percepiscono il reddito di cittadinanza e quali sono le possibilità di questa gente?” Tuttavia Territorio non fa di tuta l’erba un fascio e anzi afferma “tralasciamo sanità, welfare, scuola, che si trovano in buone mani” per poi però tornare all’’attacco “ma per la cultura vanto, come settore di cui si è occupato anche, non si sa a quale titolo, l’assessore allo sviluppo economico, a che punto siamo per le politiche di rilancio? Di cosa stiamo parlando?
Hanno sentito parlare di ZES per i distretti turistico-culturali? Per i tanti stagionali a spasso cosa si prevede? Per l’agroalimentare cosa si sta facendo ? Dove è andato a finire il Distretto del Cibo ? Ci è scappato di mano? Facciamo incontri e tavoli, ma di politica industriale con chi parliamo ? Di possibile riconversione di aziende eventualmente in crisi abbiamo contezza?”. Altrettanto pessimistica è la conclusione “volevamo eliminare il tappeto d’acciaio delle auto parcheggiate, l’agonia del trasporto pubblico aggravata dalle limitazioni per il distanziamento ci porta ora a fare riunioni per trovare parcheggi, è la nemesi dell’assessorato che decreta il suo fallimento opertivo”. (da.di.)