Roma, 22 mag. – "C'è un'emergenza ignorata in questo momento in Italia, un esercito di anziani non autosufficienti abbandonati, la maggior parte dei quali grandi anziani, che attendono di poter accedere a una Rsa e ai relativi servizi di cura e assistenza e sono impossibilitati a farlo". Lo denuncia Roberto Messina, presidente nazionale di Senior Italia FederAnziani, spiegando che "in questa fase sia i non autosufficienti che le loro famiglie si ritrovano in una specie di limbo, data l'assenza, nella maggior parte delle Regioni". Da qui un appello agli assessori competenti di tutte le Regioni "affinchè accelerino la riapertura delle strutture garantendo al tempo stesso la massima sicurezza, fornendo linee guida sulle riaperture delle strutture residenziali che consentano a chi ne abbia bisogno di accedervi, sia dall'ospedale che dal proprio domicilio".
Secondo FederAnziani, a oggi solo "il Lazio, il Piemonte e la Toscana hanno emanato dei protocolli per la riapertura delle strutture. In Veneto e in Sardegna la situazione è a macchia di leopardo, mentre nel resto d'Italia ancora si resta fermi". Messina ricorda poi che "nel nostro Paese si stima che oltre un quinto delle persone con 65 anni e più abbia limitazioni funzionali gravi da necessitare assistenza personale a casa (20,1%) o in strutture residenziali quali residenze sanitarie assistenziali (Rsa), residenze protette e altre analoghe (1,7%)".
"Per gli anziani non autosufficienti e bisognosi di specifiche cure mediche, così come per le famiglie che se ne occupano, il protrarsi della chiusura delle Rsa a causa del coronavirus rappresenta una gravissima emergenza – rimarca Messina – considerato che l'assistenza domiciliare integrata offre un servizio importante ma certo non sufficiente a rispondere a quel bisogno di accudimento e cure continuative richieste da una condizione di non autosufficienza". "Potrebbe essere opportuno creare delle strutture dedicate ai pazienti Covid e altre libere dal Covid superando le molte criticità legate alla gestione attuale", suggerisce il presidente di FederAnziani.
"Ci sono quasi 4 milioni di caregivers informali, ovvero figli e coniugi che si prendono cura di un anziano non autosufficiente, oggi più che mai bisognosi di andare avanti e di avere un adeguato supporto per ricominciare a vivere. Fondamentale, infine, ripristinare dei percorsi sicuri e protetti per consentire agli ospiti di incontrare nuovamente i propri cari, cosa indispensabile per la solo salute psichica", conclude Messina.