Modica – Che fine ha fatto l’annunciata “tariffa sociale” a favore di alcune categorie di residenti in Sicilia? In molti se lo chiedono tra cui studenti, insegnanti, lavoratori e soggetti che viaggiano per ragioni di salute. Al Ministero delle Infrastrutture più volte si è parlato, nei mesi precedenti il lockdown, di norme atte all'introduzione di una «tariffa sociale» a favore delle categorie di cittadini sopracitati, anche coinvolgendo l'Enac, soggetto preposto alla vigilanza nel settore e l'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Antitrust) nel controllo delle tariffe dei vettori e dei principali hub aeroportuali italiani a gestione privata, ma ad oggi e soprattutto in questo momento particolarmente delicato non se ne parla nemmeno.
In Sicilia, infatti, anche al tempo del coronavirus l’emergenza costo esoso dei biglietti aerei si ripropone in procinto della riapertura, dal 3 giugno, dei confini tra le regioni. L’emergenza sanitaria ha colpito anche le compagnie aeree che si stanno riorganizzando affinchè si possa viaggiare in sicurezza, per cui i voli sono ancora pochi ma i prezzi dei biglietti sono saliti ad alta quota; fino a 400 euro da aeroporti come Milano, Bergamo e Venezia verso Palermo e Catania. Purtroppo siamo alle solite; si continua a speculare sulla pelle di un’intera Regione.
Quanto sta accadendo è un’altra delle tantissime complicanze di questa fase 2 fatta di ostacoli ed il caro biglietti è certamente un impedimento non da poco dal momento che la maggior parte delle famiglie sono in crisi e spostarsi solo per necessità, lavoro, studio e salute è un’impresa molto onerosa. Una situazione che colpisce ancora di più il tessuto produttivo e sociale già abbastanza intaccato che limita la ripartenza già lenta e complicata.