Roma, 27 mag. – "Occorre eliminare definitivamente le causali e i costi aggiuntivi che limitano l'utilizzo dei contratti di lavoro temporanei con maggiori tutele per i lavoratori, ovvero il tempo determinato e la somministrazione di lavoro". Così Alessandro Ramazza, presidente di Assolavoro, a margine dell'assemblea dell'Associazione nazionale delle agenzie per il Lavoro di stamattina. “I vincoli al lavoro dipendente a tempo determinato, per via diretta o in somministrazione, hanno già dimostrato, prima dell'emergenza Covid-19, i loro limiti, lasciando scivolare moltissime persone verso forme di lavoro non tutelate o verso la disoccupazione", ha continuato Ramazza.
“Anche quando si avvierà la ripresa le imprese saranno caute e assumeranno per lo più a tempo determinato; sta al Legislatore creare le condizioni affinchè si prediligano i contratti con maggiori tutele e con la retribuzione tipica del lavoro dipendente, in luogo di altre forme con poche garanzie che vanno fino alle finte partite iva, al lavoro nelle cooperative spurie funzionali solo a pagare i lavoratori il 20% in meno, fino a quello irregolare e in nero", ha sottolineato il presidente di Assolavoro. L'Assemblea è stata l'occasione per presentare assieme a questa altre proposte delle Agenzie per il Lavoro per favorire la ripartenza del Paese, tra le quali: credito di imposta per il 'Covid Manager' e per il 'Restart Manager' per favorire sicurezza e riorganizzazione del lavoro; open badge per tracciare percorsi e fabbisogni formativi e per erogare servizi per l'occupazione personalizzati, agili e pagati prevalentemente a risultato; un piano di emersione dei lavoratori in nero finanziato con i proventi dell'attività ispettiva; fondi pubblici previsti per la formazione professionale da erogare solo a chi garantisce accesso al lavoro; Pubblica Amministrazione votata a competenze digitali, semplificazione e sussidiarietà; un piano di 'Alfabetizzazione Digitale': dalla scuola fino agli over, con percorsi formalizzati e competenze spendibili. E in primis ripartire in sicurezza, adottando modelli organizzativi coerenti e con le giuste professionalità.
Assieme al presidente di Assolavoro, Alessandro Ramazza, ne hanno discusso Claudio Durigon, deputato della Lega; Tommaso Nannicini, senatore del Pd; Annamaria Parente, senatrice di Italia Viva; Renata Polverini, deputata di Forza Italia. Ha concluso i lavori il sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali, Francesca Puglisi. Nel corso dei lavori, moderati da Dario Di Vico, "tutti i relatori -spiega la nota di Assolavoro- hanno convenuto sulla opportunità di tutelare l'occupazione, anche privilegiando tra le forme di lavoro temporaneo quelle con maggiori garanzie per il lavoratore, e di cogliere questo tempo nuovo come occasione per valorizzare sempre di più e meglio le opportunità che possono scaturire da un utilizzo diffuso ed efficace di strumenti e tecnologie digitali". "Stiamo accompagnando le imprese in una delicata fase di ripartenza, coniugando l'esigenza primaria della sicurezza con quella di agilità", ha evidenziato il presidente Ramazza. "Oltre che misure immediate per la liquidità e la continuità occupazionale, occorre guardare più lontano. Per questa ragione, partendo dal patrimonio di oltre venti anni di esperienza dedicata ai servizi integrati per favorire la buona occupazione, abbiamo voluto riportare in un documento alcune proposte delle Agenzie per il Lavoro per il futuro del Paese. È una base su cui avviare una discussione, come abbiamo cominciato a fare oggi", ha concluso Ramazza.
Attraverso le Agenzie per il Lavoro in un anno oltre 800mila persone accedono a un contratto con la retribuzione, i diritti, le tutele, tipiche del lavoro dipendente. Centomila sono i giovani che fanno in un anno il loro primo ingresso nel mondo del lavoro tramite Agenzie e sono loro ad avere più chance di accedere dopo dodici mesi a un contratto stabile (18% contro 12% di chi ha un contratto a termine alle dirette dipendenze dell'azienda). Attraverso il modello formativo di settore, in un anno le Agenzie per il Lavoro formano, con risorse private, oltre 270mila persone. La metà accede poi a una reale occasione di lavoro.