Milano, 27 mag. – Un appello alle neomamme: "Continuate ad allattare al seno i vostri bebè anche in tempi di pandemia". Covid-19 non fermi le poppate. A lanciarlo sono l'Organizzazione mondiale della sanità e l'Unicef oggi in occasione della presentazione di un nuovo report promosso dalle due agenzie Onu e dall'International Baby Food Action Network, in cui si rileva come i Paesi "non siano riusciti a proteggere i genitori da informazioni fuorvianti, nonostante gli sforzi per fermare la promozione dannosa dei sostituti del latte materno".
L'Oms e l'Unicef "incoraggiano le donne a continuare ad allattare, anche se hanno un sospetto o una conferma" di positività al coronavirus Sars-Cov-2. I ricercatori stanno continuando a sottoporre a test e a studiare il latte di mamme con Covid-19 confermata o sospetta, assicurano gli esperti. Intanto, "le evidenze attuali indicano che è improbabile che Covid-19 venga trasmesso attraverso l'allattamento al seno oppure dando al neonato latte materno prodotto dalla mamma malata di Covid". I numerosi benefici di questa pratica, assicurano Oms e Unicef, "superano sostanzialmente i potenziali rischi di malattia associati al virus. E non è più sicuro somministrare latte artificiale per i neonati".
I bambini che sono allattati esclusivamente al seno secondo quanto previsto dalle raccomandazioni di Oms e Unicef hanno una probabilità 14 volte inferiore di morire rispetto ai bambini che non ricevono le poppate, ricordano gli esperti. Tuttavia, segnalano i promotori del report, oggi solo il 41% dei bambini di età compresa tra 0 e 6 mesi viene allattato esclusivamente al seno, una percentuale che gli Stati membri dell'Oms si sono impegnati ad aumentare almeno al 50% entro il 2025. Dopo i 6 mesi, ricordano ancora, i piccoli "dovrebbero continuare ad essere allattati – oltre a mangiare altri alimenti nutrienti e sicuri – fino a 2 anni o più".
La pandemia di nuovo coronavirus non è stata d'aiuto per la promozione del latte materno, tutt'altro. "I servizi sanitari volti a supportare le donne nell'allattamento al seno, incluso il counselling e il supporto qualificato alla lattazione, si sono allentati a causa della crisi Covid-19. Le misure di prevenzione delle infezioni, come l'allontanamento fisico, rendono difficile il proseguimento della consulenza comunitaria e dei servizi di sostegno da madre a madre", evidenziano Oms e Unicef. "Man mano che la pandemia progredisce – evidenzia Victor Aguayo, capo del settore Nutrizione in Unicef – gli operatori sanitari vengono deviati verso la risposta" a questa emergenza "e i sistemi sanitari sono troppo sotto stress. In questo momento, l'allattamento al seno può proteggere la vita di milioni di bambini, ma le neomamme non possono farlo senza il supporto dei servizi sanitari. Dobbiamo più che mai intensificare gli sforzi per garantire che ogni madre e famiglia ricevano da un operatore sanitario qualificato la guida e il sostegno di cui hanno bisogno per allattare i propri figli, fin dalla nascita, ovunque".