Ragusa – Il crollo della fiducia nel proprio business nel periodo gennaio-aprile 2020 mette in evidenza come, per il settore trasporto, sebbene non sia stato soggetto a provvedimenti di chiusura, il quadro che si prospetta per il futuro è molto nefasto. Sono queste le riflessioni che arrivano dal presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti, dopo avere preso atto dell’impatto che il lockdown ha avuto per il settore anche nell’area iblea. “Possiamo desumere, dalla ricerca condotta da Conftrasporto-Format – spiega Manenti – che, sebbene il comparto, negli ultimi anni, non sia stato particolarmente ottimista, in ragione di una crisi del settore che ha radici lontane, adesso la caduta risulta essere troppo evidente per essere attribuita a uno scontento privo di solide fondamenta.
Dobbiamo chiarire, in particolare, un punto forse fino a oggi trascurato: non è sufficiente che un settore sia aperto, anche durante la pandemia, perché si generi automaticamente tra gli addetti ai lavori fiducia e soddisfazione. Anzi, è più verosimile che proprio gli autotrasportatori, e sono numerosi quelli presenti nella nostra area territoriale, si siano fatti carico di costi particolarmente rilevanti pur di continuare a portare avanti la propria attività. E questo non li ha resi di certo molto soddisfatti”. Il motivo? “Bè, senz’altro – afferma ancora Manenti – il mix tra durata dei contratti che vanno firmati in un certo momento e il decremento della capacità di fare previsioni, potrebbe avere incastrato molti operatori, non solo piccoli, costringendoli a un periodo forzato di attività pure in assenza di profitto economico.
Anche se dal punto di vista macroeconomico, infatti, il peggio è passato, per molte imprese, incluse quelle dell’autotrasporto, il peggio deve ancora venire e si concretizzerà quando l’estensione temporale della crisi (di liquidità così come di solvibilità) manifesterà pienamente i propri effetti sui conti delle piccole imprese”. E Manenti, poi, sulla scorta sempre dell’indagine parametrata su quanto sta accadendo e potrà accadere in provincia di Ragusa, aggiunge: “In pratica, il settore che avrebbe bisogno di liquidità ne sta fornendo alla propria clientela. Le previsioni sono di peggioramento della situazione il che rende effettivo il pericolo di chiusura delle attività anche a prescindere dall’equilibrio costi-ricavi.
Prima dei nuovi prestiti, occorre gestire al meglio la restituzione degli affidamenti pregressi. Risulta, dunque, ragionevole la revisione del rapporto con le banche: il 33% delle imprese del settore si è avvalso dell’autocertificazione per richiedere il blocco degli affidamenti bancari. Il 25% è in procinto di avvalersene”.