Ragusa – Era forse veramente l’ora che le due maggiori forze di opposizione consiliare al Comune di Ragusa, il M5 con i suoi cinque consiglieri ed il Pd forte di due presenze, iniziassero una collaborazione, anche in considerazione della coalizione rosso-gialla che governa il Paese, per intervenire sulla situazione politico-amministrativa ragusana. Una situazione che il documento politico esitato dalle due forze non esita a definire “di stallo preoccupante, con una ripartenza resa più difficile da obiettive condizioni di immobilismo”, tanto da far proporre addirittura un governo di salute pubblica”.
Nell’approssimarsi di quello che Pd e 5 stelle definiscono “il secondo compleanno della Giunta Cassì, un periodo, ormai, abbastanza lungo per poter tracciare un bilancio dell’attività che, purtroppo, risulta estremamente negativo”, le due forze di opposizione si lanciano in un esame a 360 gradi che supera critiche segnalazioni malcontenti relativi a vari aspetti della vita cittadina o che supera anche la denuncia di alcuni aspetti amministrativi per investire l’intera azione della Giunta Cassì. Insomma, affermano democratici e pentastellati, “un consenso iniziale, non plebiscitario ma, comunque, sufficiente per vincere al ballottaggio, si può considerare ormai dilapidato per la delusione provocata non solo nella maggioranza di quelli che erano andati a votare per il sindaco Cassì ma della cittadinanza tutta” ed aggiungono “l’azione della Giunta Cassì, sul fronte politico e su quello amministrativo, si è rivelata inconsistente, i pochi progetti annunciati sono fermi o vanno a passo di lumaca, il programma elettorale è stato dimenticato”.
A spingere i due gruppi consiliari a questo intervento, a loro dire, è “il ritenere che le difficoltà del post emergenza, della ripartenza, costituiranno un peso notevole che aggraverà una situazione di fondo che definire fallimentare non è fuori luogo”. E a seguire i consiglieri di minoranza cominciano ad elencare quelle che poi dovrebbero essere le linee guida per lo sviluppo della città “ci sono settori dell’amministrazione che non producono, ci sono uffici apparentemente pieni di lavoro ma non si intravedono risultati. Non ci sono iniziative autonome, si resta in attesa di misure e provvedimenti superiori, l’accusa di attendismo che qualcuno muove all’indirizzo dei componenti di Giunta è solo una carezza di fronte alla realtà di un immobilismo che fa paura.
Non c’è un settore che mostri vitalità propria: la questione discarica sembra insormontabile e siamo succubi delle decisioni palermitane, il settore dell’urbanistica e dei lavori pubblici è nel pallone, Piano regolatore e Piano particolareggiato sono al palo. Il progetto culturale si muove come un pachiderma, l’ultimo dedicato ai locali dell’ex Opera pia era un progetto, già delineato, che doveva essere dedicato all’edificio scolastico del Carmine: non si può affidare un immobile di pregio in pieno centro per soddisfare le passioni e gli hobbies di pochi giovani. Si vanta la centralità dell’immobile rispetto al cinema Marino, all’ex biblioteca, alla parte finale di via Roma, tutti progetti previsti nel programma elettorale, ma dei quali non si sa nulla. Anche i faraonici progetti dell’area dell’ex scalo merci, dell’asse via Risorgimento-Rotonda sono fermi al palo”.
E a non fermarsi soltanto a realtà di cui il Coomune è proprietario, i due consiglieri dem Mario Chiiavola e Mario D’Asta ed i cinque pentastellati Sergio Firrincieli, Antonio Tringali, Alessandro Antoci, Giovanni Gurrieri e Zaara Federico gettano sul piatto della bilancia anche il fatto che “il Comune, poi non interferisce per immobili che, ancorché non di proprietà e non di competenza comunale, dovrebbero vedere l’intervento del sindaco per utilizzi confacenti alle esigenze della collettività: ospedale Civile, chiesa e convento di Jesu per il museo archeologico, cinema La Licata e 2000, Palazzo Tumino, l’ex hotel San Giovanni sono spesso argomenti affrontati solo per fare salotto. Il centro storico è in abbandono, preda di spacciatori, ogni tanto ci parlano della Vallata Santa Domenica, di via Roma, del Ponte Nuovo, annunciando programmi e iniziative, e tutto finisce lì. Non c’è programmazione per il turismo, per lo sviluppo economico, per lo sport, si ignorano la Scuola dello sport e la residenza per anziani di via Berlinguer, non c’è uno straccio di vitalità per incompiute e immobili abbandonati. Le contrade restano dimenticate, le periferie altrettanto. Le barriere architettoniche, il sociale, la formazione, il lavoro, la scuola, i programmi per le giovani generazioni sono argomenti sconosciuti per questa amministrazione. Anche se all’inizio del terzo anno di vita l’amministrazione, con un colpo di reni, volesse avere uno scatto di orgoglio, è di tutta evidenza che è troppo tardi per onorare il programma elettorale” Ed è a questo punto della loro disanima che Pd e M5 lanciano la proposta choc “resta solo, per salvare la città, un governo di salute pubblica, con il concorso e la condivisione di tutte le forze politiche, per tentare di salvare il salvabile e garantire alla collettività un futuro accettabile che, al momento, per l’inadeguatezza e l’inefficienza mostrata dalla Giunta Cassì, appare assai complicato da conquistare”. Anche per non correre il rischio, concludono dem e grillini che “intestardirsi sulla strada troppo lentamente intrapresa, ostinandosi a continuare su programmi e ipotesi discutibili e opinabili, può portare a grandi incompiute che potrebbero collidere con i programmi di un nuovo sindaco e di una nuova Giunta che potrebbero non condividere una ottica di continuità amministrativa che si troverebbero obbligati a seguire, creando enormi potenziali danni per la città, originati da politiche fantasiose e inefficienti”. (da.di.)