Roma, 11 giu. – I pazienti asmatici temono la fase 3 dell'emergenza coronavirus. Soprattutto il ritorno in ufficio: l'incubo è di infettarsi con conseguenze che per loro potrebbero essere gravi. Lo ha spiegato Sandra Frateiacci, delegata ai rapporti istituzionali di Federasma e Allergie Onlus, riferendo le segnalazioni pervenute alla Federazione nel corso del webinar 'Asma così grave da togliere il fiato', durante il quale sono stati approfonditi diversi aspetti dell'asma grave con infiammazione di tipo 2, le sue complicanze e, in base a un sondaggio realizzato da Doxa Pharma per Sanofi, l'impatto sulla qualità di vita del paziente, adulto e adolescente.
"Una delle problematiche che ci vengono sottoposte più frequentemente dai pazienti con asma in questi giorni di riaperture è la paura di dover tornare sul posto di lavoro", ha sottolineato Frateiacci, ricordando l'impegno della Federazione per favorire lo smartworking dei lavoratori affetti da asma sin dall'inizio dell'emergenza. Durante la pandemia, ha evidenziato, "uno dei dati emersi è che ci sono state poche persone affette da asma ricoverate. Questo è dipeso soprattutto dal fatto che i pazienti temono molto sia le infezioni che la gestione della malattia con altre patologie concomitanti. Sono stati quindi, molto prudentemente, a casa più degli altri. Si sono protetti di più", ha concluso Frateiacci chiedendo, in questa fase di riaperture, "un maggiore supporto sia delle società scientifiche sia della medicina generale per continuare a tenere più protette le persone con asma e quelle più fragili" .