Milano, 12 giu. – Sulla luna come in lockdown. Studiare l'isolamento sociale in ambiente lunare per capire gli impatti psicologici e le strategie che mettiamo in atto per sopravvivere in situazioni difficili. Lo studio ha lo scopo di aiutare a migliorare il benessere psicologico degli astronauti che intraprendono future missioni a lungo termine nello spazio e potrebbe servire per capire alcuni aspetti implicati in periodi di confinamento e isolamento come quelli osservati nella pandemia di Covid-19.
Questi gli obiettivi della ricerca di un team di ricercatori dell'Università del Surrey e di Milano-Bicocca, che partirà a settembre 2020 e si avvarrà della collaborazione di Saga Space Architects. La ricerca fa parte del progetto Lunark che mira a esplorare prima di tutto come possiamo sopravvivere sulla Luna, ma anche come potremmo viverci nel futuro, in vista della missione Nasa nel 2024.Sebastian Aristotelis e Karl-Johan Sørensen, della Saga Space Architects, vivranno all'interno di un pod, progettato da loro stessi, per ben 91 giorni, nella Groenlandia settentrionale, un luogo che riflette il difficile ambiente lunare, comprese le sue temperature gelide. Il pod è ermetico, portatile, pieghevole e autosufficiente ed è stato progettato per non lasciare traccia nell'ambiente.
Il team del progetto di ricerca composto da Patrice Rusconi (docente di psicologia all'Università del Surrey), Konstantin Chterev (alumnus dell'Università del Surrey e capo psicologo dello spazio presso SAGA Space Architects) e Paolo Riva (professore associato presso il Dipartimento di Psicologia all'Università di Milano-Bicocca), studierà giorno per giorno le reazioni e l'adattamento all'isolamento sociale di Sebastian e Karl-Johan. "È un grande piacere sviluppare ricerche su un'ambiente estremo come quello lunare – dice Konstantin Chterev, alumnus dell'Università del Surrey – soprattutto in collaborazione con il team di Saga Space Architects. Sono entusiasta di lavorare con Patrice e Paolo in quella che sarà senz'altro un'affascinante ricerca".
I ricercatori terranno traccia delle attività quotidiane di Sebastian e Karl-Johan (comprese le loro interazioni) e misureranno le percezioni del tempo degli architetti spaziali, le emozioni (positive e negative), i livelli di soddisfazione dei bisogni psicologici di base (ad esempio autostima, controllo), le intenzioni comportamentali (tendenze aggressive) e le strategie di coping (meccanismi di adattamento e di risposta che una persona può adottare quando si trova in condizioni di stress di varia natura e/o particolarmente conflittuali).Per registrare questi dati, Sebastian e Karl-Johan terranno diari giornalieri e completeranno un questionario di 20 minuti. I risultati di questo studio potranno aiutare a portare alla luce gli effetti dell'isolamento sociale in ambienti difficili e ci aiuteranno a creare strategie per combatterli, migliorando il benessere psicologico degli astronauti che intraprendono future missioni a lungo termine nello spazio. Ma questi risultati potrebbero anche essere applicati a periodi di confinamento e isolamento come quelli osservati nella pandemia di Covid-19.
"Lo studio psicologico degli effetti dell'isolamento sull'essere umano – aggiunge Patrice Rusconi, docente di psicologia all'Università del Surrey – è una ricerca molto attuale e si apre a possibilità di utilizzo anche per altri settori, ad esempio, se pensiamo agli effetti delle misure restrittive adottate in molti paesi come conseguenza della pandemia di Covid-19. È inoltre uno studio che guarda al futuro e fa eco al rinnovato interesse per l'esplorazione dello spazio". Paolo Riva, docente di psicologia sociale di Milano-Bicocca, conclude: "Il progetto Lunark offrirà un'opportunità unica per studiare gli effetti dell'isolamento sociale estremo. Questo studio ci consentirà di esplorare la successione di pensieri, emozioni e strategie che potranno essere utilizzate per gestire i periodi di deprivazione sociale".