Roma, 22 giu. – E' un sindaco di un Comune superiore ai 20mila abitanti di un territorio a tradizionale presenza mafiosa, che viene aggredito fisicamente o a cui viene bruciata l'auto parcheggiata nei pressi dell'abitazione. Ecco l'identikit dell'amministratore sotto tiro, secondo quanto emerge dal rapporto 'Amministratori sotto tiro', realizzato da Avviso Pubblico, che censisce i casi di minacce e di intimidazioni ai danni degli amministratori locali e del personale della Pubblica amministrazione avvenuti nel corso dell'anno 2019.
L'87% delle intimidazioni censite nel 2019 sono state di tipo diretto (percentuale più alta di sempre, +6% rispetto al 2018). Questo significa che gli amministratori locali e il personale della Pubblica amministrazione, dirigenti e impiegati comunali, presidenti di enti e aziende partecipate, personale di altre strutture locali, sono stati minacciati direttamente come persone.Nel 13% dei casi le minacce sono state di tipo indiretto. In questo caso sono stati colpiti municipi, uffici, strutture e mezzi adibiti al ciclo dei rifiuti, a servizi sanitari, idrici, elettrici e del trasporto pubblico. Tra le minacce di tipo indiretto, vanno annoverate anche le intimidazioni rivolte a collaboratori e parenti, come ad esempio genitori, mogli, mariti, fratelli e sorelle. Particolarmente significativo il numero di minacce e aggressioni nei confronti del personale della Pubblica amministrazione: il 27% del totale (in leggero calo rispetto al record del 30% fatto registrare nel 2018).
Tra le persone maggiormente prese di mira da minacce e intimidazioni dirette si confermano gli amministratori locali (56% dei casi, stabile rispetto al 2018). Tra questi, in particolare i sindaci (57,3%), seguiti dai consiglieri comunali (22,5%, in aumento), assessori (12,8%) e vicesindaci (5,2%).