Roma, 23 giu. – Ci saranno conseguenze demografiche per l'Italia dopo la pandemia? In conseguenza della tragedia di Chernobyl, per esempio, "nove mesi dopo, a febbraio 1987, si è registrata una diminuzione delle nascite del 10% rispetto al febbraio dei due anni adiacenti. Bisogna combattere lo Stato di incertezza psicologico. Le giovani coppie si sono trovate immerse in una storia di angoscia e paura. E questo non può non ver pesato nelle scelte riproduttive". A dicembre temo che ci possano essere 5-6.000 nati in meno". Lo evidenzia in un'intervista a 'La Verità' Carlo Blangiardo, presidente dell'Istat
"I 439.000 nati del 2019, in epoca pre-Covid – prosegue – sono già il record più basso di natalità di sempre. Ma io temo quel che accadrà subito dopo, con gli effetti economici della crisi. Anche qui c'è un precedente: nel 1989. Prima della caduta del muro di Berlino, in Germania Est c'erano 200.000 nati annui. Dopo la caduta, e le conseguenze negli equilibri che ne sono derivate, si è scesi a circa 90.000". "Nei tempi in cui c'è indubbiamente un ampio controllo sul piano contraccezione – aggiunge – e quindi le nascite sono normalmente il frutto di una libera scelta, si dovrebbero creare delle condizioni per consentire a chi vuole avere figli e poterli fare senza incontrare ostacoli di varia natura. Ad esempio permettere conciliazione maternità-lavoro, favorire i servizi di cura dell'infanzia".