Milano, 26 giu. – Fabrizio Greco, amministratore delegato di AbbVie Italia da gennaio 2013, è stato confermato per i prossimi 2 anni presidente dello Iapg che riunisce le imprese farmaceutiche italiane a capitale statunitense, carica che ricopre da giugno 2017.”In un momento particolarmente critico come quello attuale – dichiara – abbiamo tutti compreso l’importanza della collaborazione, della trasparenza e della condivisione degli obiettivi prioritari per il Paese e l’industria farmaceutica ha fatto la sua parte, garantendo continuità sia in termini economico-produttivi che di supporto alla salute dei cittadini. I prossimi mesi rappresenteranno un momento di discontinuità rispetto al passato, in cui dovremo definire le basi per il futuro del Paese e del nostro settore.
E’ necessario fare tesoro dalle recenti esperienze e affrontare, con lo stesso metodo, responsabilità e coraggio, aspetti fondamentali del settore farmaceutico che da anni attendono risposte adeguate per consentire la sostenibilità del sistema sanitario, delle aziende e soprattutto soddisfare i bisogni di salute dei cittadini”. Laureato in Ingegneria all’università degli Studi di Genova, dopo un Master in Business Administration alla Bocconi di Milano Greco ha iniziato la sua carriera in Eli Lilly Italia. In passato è stato General Manager di Abbott Vascular Italia, quindi amministratore delegato di Abbott in Italia. In precedenza aveva assunto incarichi di crescente responsabilità in Guidant, fino a divenire General Manager dell’affiliata in Portogallo. Lo Iapg riunisce le 15 maggiori aziende farmaceutiche a capitale statunitense presenti in Italia, che rappresentano una quota significativa del comparto nel nostro Paese. Secondo i dati elaborati da Farmindustria – evidenzia lo Iapg – nel 2019 le aziende del gruppo hanno infatti generato 9 miliardi di euro di fatturato, pari al 26% dell’intero settore, e 3,2 mld di esportazioni. Un dato, quest’ultimo, quasi raddoppiato nell’ultimo triennio.
L’Italia rimane il primo tra i grandi Paesi europei per produzione e occupazione da parte di imprese farmaceutiche a capitale americano, con 13mila dipendenti – e altrettanti occupati nell’indotto – la metà dei quali impiegati in attività produttive di ricerca e sviluppo, settore dove si concentra il 57% degli investimenti.