ROMA – ’’Innanzitutto, vogliamo fare gli auguri alla Ministra della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, per la nascita del suo bambino. Questo non ci esime però dal dover registrare come al Ministero di cui lei è titolare, la Funzione Pubblica, si stanno mettendo in atto pratiche di riconoscimento della rappresentanza sindacale di fatto, ignorando l’impianto legislativo che esiste in Italia dal 1993, adottato proprio per legittimare e rendere efficaci erga omnes gli accordi sindacali nel pubblico impiego’’. Lo afferma in una nota il segretario generale di Confintesa, Francesco Prudenzano in merito al comportamento del Ministro della Funzione Pubblica. ’’Infatti, la Ministra Dadone, e chi per lei, vorrebbe far passare il protocollo sulla sicurezza nei posti di lavoro pubblici, a seguito del Covid-19, come un atto di competenza ministeriale e non come un argomento da recepire nei contratti nazionali di lavoro vigenti. Confintesa – continua Prudenzano – in linea di principio accetta l’allargamento della consultazione oltre il novero delle Organizzazioni maggiormente rappresentative ma chiede due cose: 1) che questa circostanza venga precisata nel decreto ministeriale (mentre nelle premesse il ministro sostiene di aver ascoltato le Organizzazioni maggiormente rappresentative); 2) che lo stesso Decreto non venga spacciato ai media come Accordo sindacale, poichè si tratta di un atto unilaterale del Ministro, seppur dopo una consultazione pletorica, più per motivi mediatici che di sostanza’’.’’Inoltre, Confintesa non condivide la scelta dei tavoli separati, fenomeno antistorico, immotivato e discriminatorio che gli addetti ai lavori sanno che in sede Aran sono inesistenti. E’ del tutto evidente – conclude Prudenzano -che questo modo di agire rappresenta un segno di debolezza del Governo e della Ministra Dadone che, con questa strategia pseudo populista, vuol far credere di cercare la più ampia condivisione – sottolinea Prudenzano -. Confintesa, riservandosi di non apporre la propria firma al documento ministeriale, rimane comunque al tavolo della discussione per portare il suo contributo al protocollo riaffermando la richiesta di trasformare il protocollo in un atto d’indirizzo da trasmettere all’Aran affinchè possa divenire ’’norma pattizia’’ e non soltanto un atto regolamentare unilaterale, senza forza di legge’’.