Roma, 1 lug. – Un'App che aiuta i pazienti e i caregiver a gestire la fatigue, un forte stato di stanchezza mentale e fisica che accompagna i pazienti con sclerosi multipla per lunghi periodi della loro vita, soprattutto durante i trattamenti medici: come misurarla, monitorarla, gestirla al meglio e comunicarla a famigliari e al proprio medico. E' il progetto Fuel presentato in occasione dell'evento live streaming #Connessievicini, promosso da Sanofi Genzyme in collaborazione con Aism-Associazione italiana sclerosi multipla.
L'App è stata ideata e sviluppata da un team di studenti delle Università di Modena e Reggio Emilia, Bologna e Politecnico di Milano per il contest lanciato da Sugar, network internazionale fondato nel 2011 che riunisce università, studenti e aziende in un grande progetto di Open Innovation e Design Thinking per sviluppare nuove idee. Fuel risponde alla sfida lanciata da Sanofi Genzyme nell'ambito di Sugar: come migliorare la qualità di vita delle persone con sclerosi multipla e patologie oncologiche. Chiara Pacchiarotti, laureanda sviluppatrice della App, ha spiegato che lo strumento può "analizzare come si può migliorare la fatigue a 360°, dando al paziente la possibilità di visualizzarne lo stato e quali sono i fattori che la influenzano, come nei mesi estivi ad esempio con il caldo. E questi dati potranno essere mostrati al medico per un intervento mirato".
"Da diversi anni mettiamo a disposizione delle persone con sclerosi multipla non solo terapie efficaci, ma anche servizi e iniziative che intendono contribuire al miglioramento della loro qualità di vita – ha dichiarato Marcello Cattani Country Lead e direttore generale Sanofi Italia – In stretta collaborazione con Aism nazionale e le sezioni locali, i neurologi di tutta Italia ed esperti di Nordic Walking, nutrizione, mindfulness e Tai Chi, abbiamo costruito un percorso pensato per supportare in modo olistico le persone con sclerosi multipla e i caregiver, favorendo il loro benessere fisico e quello cognitivo". "Oggi – sottolinea – abbiamo necessariamente dovuto ripensare in chiave digitale molte attività, esplorando le potenzialità offerte dalle tecnologie per dare lo stesso sostegno anche a distanza. Siamo convinti, però, che le tecnologie non debbano sostituire il medico specialista, ma possano offrire un valido supporto nella gestione di un paziente sempre più connesso, attivo informato, assistito e monitorato".