Roma, 2 lug. – Un genitore su tre ha rinviato le vaccinazioni dei propri figli durante l’emergenza sanitaria da Covid-19. È quanto emerge da un sondaggio condotto dalla Società italiana di pediatria in collaborazione con il portale Pazienti.it, su un campione di circa 1.500 intervistati. L'indagine è stata realizzata con l’obiettivo di valutare le reali dimensioni del rinvio delle sedute vaccinali nei bambini e negli adolescenti durante l’emergenza sanitaria, un fenomeno sul quale la stessa società scientifica nelle scorse settimane aveva lanciato l’allarme.
Il sondaggio è stato condotto per tutto il mese di maggio e ha riguardato la fascia 0-11 anni, coinvolgendo le famiglie tramite i canali social di Pazienti.it, della Società italiana di pediatria e grazie alla collaborazione di alcuni media partner del portale. Inoltre, durante il mese di maggio, Pazienti.it ha elaborato e inviato due Dem dedicate al sondaggio. Dai dati è emerso che sulle decisioni di rinviare il vaccino ha pesato non solo la paura ma anche le scelte organizzative. Alla domanda 'in queste settimane hai rimandato le vaccinazioni di tuo figlio?', il 66% del campione ha risposto no, mentre il 34% ha risposto sì: ben 1 su 3. Analizzando il gruppo che ha posticipato le vaccinazioni, emerge il ruolo importante delle scelte organizzative dei centri vaccinali durante la pandemia. Infatti, il 42% del sottocampione ha dichiarato che è stato il centro vaccinale a posticipare l’appuntamento e il 13% ha che il centro era addirittura chiuso. Il restante 44% ha scelto in autonomia di rinviare le vaccinazioni 'per ragioni di sicurezza'.
Nonostante la pandemia abbia colpito in misura maggiore le Regioni del Nord, mettendo a dura prova la tenuta dei sistemi sanitari, il posticipo delle sedute vaccinali ha riguardato in maggior misura percentuale il Sud. Nel sottocampione esaminato, infatti, risulta del 40% la percentuale di coloro che nel Sud hanno risposto di aver rinviato le vaccinazioni, contro il 34% del Nord e il 26% del Centro. Anche la scarsa informazione riguardo alla sicurezza del percorso vaccinale sembra aver giocato un ruolo nella scelta di rinviare le sedute. Sebbene l’Organizzazione mondiale della sanità e il ministero della Salute abbiano stilato dettagliate Linea Guida per limitare il rischio di trasmissione di SarCov-2 durante la vaccinazione ben il 46% degli intervistati ha dichiarato di non avere ricevuto le nuove raccomandazioni per la sicurezza. Risentono del posticipo anche i vaccini obbligatori. Quasi tutte le vaccinazioni pediatriche sono state interessate dal rinvio, soprattutto quelle nella fascia 0-2 anni: da quelle obbligatorie come l’esavalente e l’Mprv, a quelle raccomandate come il meningococco B e lo pneumococco.
"La pandemia Covid-19 ha messo a dura prova i Servizi sanitari mondiali, con drammatiche ripercussioni sull’assistenza medica", commenta Rocco Russo, responsabile del tavolo tecnico vaccinazioni della Sip, "ma non bisogna dimenticare il valore delle vaccinazioni a tutela della salute pubblica. È importante non abbassare la guardia nei confronti delle malattie infettive prevenibili con vaccino, mettendo in atto efficaci strategie di comunicazione finalizzate a dissipare le preoccupazioni, migliorare i legami con la comunità e ristabilire la domanda di vaccinazione da parte dell’intera comunità”.
Per il presidente della Società italiana di pediatria Alberto Villani "si deve recuperare il patrimonio culturale e professionale dei Dipartimenti di prevenzione, disperso negli anni, e tornare ad avere Centri vaccinali in ambienti curati e specificamente concepiti, con adeguate risorse umane e professionali e in grado di operare in sicurezza in ogni situazione epidemiologica. Le vaccinazioni sono un cardine fondamentale del Ssn e meritano la massima attenzione".