PALERMO – La proroga dello stato di emergenza per il Coronavirus al 31 dicembre preannunciata dal premier Conte ’’sarà discussa in Consiglio dei Ministri e poi sarà portata nel dibattito parlamentare per l’approvazione definitiva. Noi la guardiamo come una possibilità di tutelare alcune forme anche straordinarie che stiamo mettendo in campo per il Paese e per le quali dobbiamo estendere l’arco temporale, ma adesso bisogna risolvere il tema della crisi’’. Lo ha detto nel corso di un forum all’Italpress, a Palermo, il ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti.’’Abbiamo l’occasione anche grazie all’Unione europea di disegnare un percorso di ripartenza, che sia un’occasione di quello sviluppo che da anni dobbiamo sbloccare – ha sottolineato Bonetti -. Se la proroga ci permette di andare avanti sugli investimenti va bene, altrimenti sarebbe come continuare una situazione di stallo. Quindi bene prolungare, ma va fatto per investire sul futuro’’.In quest’ottica rientra per la Bonetti anche il Family Act presentato da Italia Viva e approvato dal Consiglio dei ministri.’’Per le famiglie italiane c’è per la prima volta nel Paese un ddl che riforma in maniera integrata e comprensiva le politiche familiari – sottolinea il ministro -. Le famiglie vengono considerate soggetti che possono contribuire alla vita sociale, e non soggetti a cui dare voucher in una dinamica più assistenziale’’.’’Contiene misure importanti, come l’assegno unico universale, per tutti i figli e le famiglie, dalla nascita fino ai 21 anni – ha spiegato Bonetti -. Per i disabili nessun limite d’età. L’assegno sarà maggiorato a partire dal terzo figlio e sarà misurato in base al reddito familiare. C’è un carattere di universalità, dobbiamo prenderci carico di tutti i bambini’’. Secondo elemento, ha sottolineato Bonetti, ’’sostegno all’educazione dei figli: c’è bisogno di più servizi territoriali, quindi rimborso, defiscalizzazione e contributi dall’asilo nido all’acquisto dei libri scolastici’’. Terzo tema ’’la riforma dei congedi parentali, con una maggiore partecipazione dei padri all’educazione dei figli. Questo anche per favorire l’incentivo al lavoro femminile, purtroppo – ha sottolineato il ministro -. Le donne nel nostro Paese devono scegliere, specie al Sud, se essere madri o essere lavoratrici. Ultimo capitolo, protagonismo dei giovani e autonomia’’.