Roma, 20 lug. – La pandemia ci ha cambiati anche nel modo di percepire la salute. Gli italiani, infatti, sembrano avere più consapevolezza su questo tema, per se stessi e per i propri cari. Un'attitudine aumentata in tempo di Covid insieme ai comportamenti utili a ridurre la trasmissione di malattie e a una maggiore coscienza della disponibilità del nostro sistema sanitario. E' lo scenario tracciato dall'indagine internazionale, commissionata da Gsk Consumer Healthcare all'istituto di ricerca Ipsos Mori per approfondire questo tema, con un focus sull'Italia.
Lo studio evidenzia, infatti, che il 62% degli italiani (rispetto al 66% delle persone in Spagna, al 56% nel Regno Unito e al 52% in Germania) ha sviluppato una migliore comprensione di ciò che influisce sulla propria salute ed il 69% degli intervistati è ora più propenso a considerare la propria salute nel processo decisionale quotidiano. Prima della pandemia, infatti, le persone davano più facilmente per scontata la loro salute (Italia 54%, Regno Unito 39%, Spagna 36%, Germania 40%). Mentre al momento del sondaggio il 77% degli intervistati ha dichiarato di essere maggiormente preoccupato della salute delle persone a loro vicine. Questo sentimento ha reso gli italiani (79%) tra i più propensi, insieme agli spagnoli (80%), a prendere precauzioni extra per ridurre al minimo o eliminare la trasmissione di malattie e hanno dichiarato che intendono assumere più vitamine o minerali per aiutare a rafforzare il proprio sistema immunitario (47%).
Sei persone su dieci hanno concordato di passare ora più tempo a informarsi sulla salute (il 61% rispetto al Regno Unito 33%, Germania e Spagna 44%). Il 75% degli italiani ha affermato che è importante essere responsabili della propria salute per non gravare sul sistema sanitario.
L'emergenza, inoltre, ha messo in risalto l'importanza degli operatori sanitari nella nostra società: circa i due terzi degli italiani (66%) si rivolgerebbero ad un operatore sanitario come primo consiglio per problemi di salute minori quali ad esempio i dolori articolari o un raffreddore (64%). Il 61% si affida al farmacista per ricevere consigli di fiducia sulla loro salute. Andrebbe in prima battuta da un medico di medicina generale nella fascia di età dai 55 ai 70 anni in caso di problemi di salute quali: movimento/dolori articolari (il 58%), mal di testa (il 29%), rash cutaneo (il 62%), raffreddore e influenza (il 47%).
Il 37% degli intervistati, tuttavia, ha più probabilità di curare i propri disturbi di salute con farmaci da banco, invece di andare dal medico di famiglia. Lo studio ha evidenziato che i marchi che i consumatori scelgono di acquistare sono quelli di cui si fidano (89% degli italiani, seguito dall'84% degli spagnoli, dal 79% degli inglesi e dal 73% dei tedeschi). Per il 60% degli italiani e il 73% degli spagnoli è importante che i marchi abbiano una grande tradizione e che i prodotti siano scientificamente provati (89%).
Un altro elemento valutato nella scelta dei consumatori è l'impatto delle aziende nella produzione dei farmaci: per il 70% degli intervistati è importante che queste aziende investano nello sviluppo sostenibile, ad esempio preservando le risorse naturali, e che aiutino a migliorare la vita delle persone che lavorano nel settore, nonchè la vita delle loro famiglie e comunità (73%).
“L'indagine di Ipsos Mori – ha commentato Giuseppe Abbadessa, General manager di Gsk Ch Italia – ci dice che l'emergenza Covid-19 ha modificato in modo sensibile alcune abitudini degli italiani rendendoli più responsabili e attivi nella cura della loro salute e consapevoli dell'impatto dei loro comportamenti sugli altri e sul sistema sanitario nazionale”.
“Questo contribuisce – continua – a ridefinire l'importanza nella nostra società di una cultura della cura di sè e del ruolo degli operatori sanitari nel guidare i cittadini verso una maggiore attenzione e una corretta gestione della propria salute. Ma non solo. Rappresenta anche uno stimolo per la nostra azienda, Gsk Ch, per continuare a impegnarsi fortemente ad offrire una sempre più ampia gamma di soluzioni ai bisogni di salute delle persone e a creare alleanze con gli operatori sanitari per promuovere una cultura responsabile della cura quotidiana di sè come strumento consapevole di prevenzione, salute e benessere, e migliorare la qualità di vita contribuendo a ridurre l'impatto sul sistema sanitario”.