Città del Vaticano, 20 lug. – Le parrocchie sono chiamate ad una “svolta”, e a trovare nuove modalità, argine all' “indifferenza”, per avvicinare alla Parola di Dio. Soprattutto aperte a tutti, con particolare attenzione alle nuove forme di povertà, a chi è disoccupato e nel bisogno. Lo sottolinea il nuovo documento della Congregazione per il Clero sulla 'La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa' approvato dal Papa nella festa dei Santi Pietro e Paolo.
“Sollecitato da non pochi Vescovi, – spiega il segretario della Congregazione mons. Andrea Ripa -questo Dicastero ha avvertito la necessità di elaborare uno strumento per sostenere e accompagnare i diversi progetti di riforma delle comunità parrocchiali e le ristrutturazioni diocesane, già in atto o in via di programmazione. Non si tratta di “ingabbiarli” nella fredda schematicità di modelli precostituiti e identici per tutti, bensì di mantenerli all'interno dell'ampio alveo ecclesiale, per accompagnare un 'andare insieme'– Pastori e Popolo di Dio – senza cercare di comprimerne il cuore e lo Spirito entro piani pensati solo a tavolino”.
“Si potrebbe dire – spiega ancora mons. Andrea Ripa- che il senso del documento è ricordare che nella Chiesa c'è posto per tutti e tutti possono trovare il loro posto nel l'unica famiglia di Dio, nel rispetto della vocazione di ciascuno, cercando di valorizzare ogni carisma e di preservare la Chiesa da alcune possibili derive, come “clericalizzare” i laici o “laicizzare” i chierici, o ancora fare dei diaconi permanenti dei “mezzi preti” o dei 'super laici'”.
Il documento, annota, “non contiene novità legislative ma propone modalità per meglio applicare la legge vigente, facendo tesoro dell'esperienza della Congregazione per il Clero nel suo servizio alle Chiese particolari, nonchè nell'ascolto delle loro necessità e nell'accoglimento delle loro ricchezze.D'altra parte, una Chiesa sempre impegnata nella missione evangelizzatrice ricevuta da Cristo, in un mondo più articolato rispetto al passato e connotato dai segni del pluralismo culturale, ha bisogno di porre il proprio dinamismo “in uscita”, avviando, ove necessario, anche una riforma delle proprie strutture e una riorganizzazione delle forme di affidamento e di partecipazione all'esercizio della cura pastorale, nel segno di una maggiore corresponsabilità di tutti i battezzati, come sopra ricordato”.
Così, accanto alla comunità, il documento della Congregazione per il Clero che ha l'ok del Papa, ha inteso favorire e promuovere, nel rispetto della normativa canonica essenziale, una pastorale di vicinanza e di cooperazione tra diverse comunità parrocchiali. “A tale fine – spiega mons. Ripa – è stato preso in considerazione il tema dei raggruppamenti di parrocchie, chiamati “unità pastorali”, nonchè di quelli di vicariati foranei, detti “zone pastorali” volte a migliorare, nelle diocesi più grandi, la connessione tra il “centro” e la “periferia”, attraverso la costituzione di Vicari Episcopali preposti a ciascuna zona, a nome del Vescovo diocesano, sotto la sua autorità e in comunione con lui”.
Insomma, “l' Istruzione – sottolinea il segretario della Congregazione per il Clero – intende offrire ai Vescovi e ai loro collaboratori, chierici e laici, gli strumenti pastorali e canonici per operare secondo un agire genuinamente ecclesiale, dove diritto e profezia si possano coniugare per il maggior bene della comunità”.