Roma, 23 lug. – Nel 2019 sono stati 172.183 gli incidenti stradali con lesioni a persone in Italia, in lieve calo rispetto al 2018, con 3.173 vittime e 241.384 feriti. Il numero dei morti diminuisce rispetto al 2018, per il secondo anno consecutivo dopo l'aumento registrato nel 2017, e si attesta sul livello minimo mai raggiunto nell'ultima decade. Lo comunica l'Istat.
Tra le vittime risultano in aumento i ciclisti (253; +15,5%) e i motociclisti (698; +1,6%); in diminuzione le altre categorie di utenti: pedoni (534; -12,7%), ciclomotoristi (88; -18,5%), occupanti di veicoli per il trasporto merci (137; -27,5%) e automobilisti (1.411; -0,8%). Il marcato aumento delle vittime tra i ciclisti, soprattutto su strade statali nell'abitato e fuori città, è associato anche a una crescita degli incidenti stradali che coinvolgono biciclette (+3,3%), a una sempre maggiore diffusione dell'uso del mezzo a due ruote per gli spostamenti, pari al 25% nel 2019, e all'aumento delle vendite di biciclette, nel 2019 il 7% in più rispetto al 2018.
Le vittime nel 2019 sono diminuite su tutti gli ambiti stradali. Forte il calo registrato sulle autostrade (comprensive di tangenziali e raccordi autostradali), pari al 6,1% (310 vittime). Sulle strade urbane la diminuzione rispetto al 2018 è pari al 5,0% con 1.331 morti; una flessione più contenuta si registra, invece, sulle strade extraurbane (-4,4%; 1.532 vittime).
I mesi estivi si confermano il periodo con il maggior numero di incidenti stradali e vittime, anche a seguito del più alto tasso di occupazione delle autovetture. In particolare giugno e luglio presentano picchi per numero di incidenti, quasi 17mila per entrambi i mesi.
Agosto è il mese peggiore per la pericolosità, con 2,2 morti ogni 100 incidenti, che salgono a 5 sulle strade extraurbane, e a 7 nel caso di scontro frontale. Anche a marzo si registrano livelli elevati dell'indice.
L'Italia è in linea con il resto d'Europa. Nella Ue a 28 (incluso il Regno Unito) scende il numero delle vittime di incidenti stradali: 2,3% rispetto all'anno precedente. Complessivamente, nel 2019 sono state poco più di 24mila le vittime contro 25.191 del 2018. Lo riferisce l'Istat nel suo report dedicato agli incidenti stradali nel 2019.
Nel confronto tra il 2019 e il 2010 (anno di benchmark per la sicurezza stradale) i decessi si riducono del 22% in Europa e del 23% in Italia. Ogni milione di abitanti, nel 2019 si contano 48,1 morti per incidente stradale nella Ue28 e 52,6 nel nostro Paese, che rimane stabile al 16° posto della graduatoria europea.
La distrazione alla guida, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata restano tra le cause più frequenti di incidenti sulle strade. Nel complesso riguardano il 38,2% dei casi, secondo l report 'Incidenti stradali' nel 2019 diffuso oggi da Istat e Aci.
Le violazioni al Codice della Strada risultano in aumento rispetto al 2018; le più sanzionate sono l'inosservanza della segnaletica, il mancato utilizzo di dispositivi di sicurezza a bordo e l'uso del telefono cellulare alla guida; in aumento le contravvenzioni per guida in stato di ebbrezza.
Il costo sociale degli incidenti stradali 2019, secondo i parametri indicati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a valori costanti 2010, risulta pari a 16,9 miliardi di euro, l'1% del Pil nazionale, dai 21,4 miliardi del 2010 (-21% in 10 anni). Tra il 2011 e il 2019 sono state risparmiate 6.035 vite umane mentre in termini economici si valutano oltre 9 miliardi di euro risparmiati per le sole vittime e 31,2 miliardi in totale.
Secondo il report nel 2019, i dati relativi alla mobilità motorizzata risultano tendenzialmente stabili rispetto all'anno precedente: +0,8% per le prime iscrizioni di veicoli (motocicli +5,8% e veicoli trasporto merci +2,1%); +1,4% per il parco veicolare. Anche le percorrenze autostradali, sui circa seimila chilometri di rete in concessione, mostrano una sostanziale stabilità (+0,6%), con oltre 84 miliardi di km percorsi e un aumento dell'1,9% rispetto al 2018 solo per i veicoli pesanti. Forti segnali di aumento si hanno invece per la mobilità dolce, con incremento di vendite di e-bike e diffusione di altre forme di micromobilità.