ROMA – Uno strumento molto atteso che arriva in soccorso delle aziende vitivinicole che puntano sulla qualità e che sono state fortemente penalizzate dal lockdown, con il forte rallentamento delle vendite del canale Horeca e dell’export, e un conseguente aumento degli stock di prodotto invenduto a ridosso della nuova campagna vendemmiale. Così Cia-Agricoltori Italiani commenta con soddisfazione la firma del decreto del Mipaaf, di concerto con il Mef, sulle disposizioni relative alle modalità di applicazione dell’articolo 223 del Dl Rilancio, che stanzia 100 milioni per il contenimento volontario della produzione e miglioramento della qualità dei vini a denominazione di origine e a indicazione geografica.’’Anche se il decreto arriva quasi a fine luglio, con molte scelte già fatte da parte degli agricoltori, soprattutto per quanto riguarda l’uva bianca – osserva Cia – rappresenta un aiuto alle aziende, in particolare per migliorare la qualità del prodotto e regolare il mercato, evitando ripercussioni negative sul livello dei prezzi dei vini’’.Come organizzazione agricola, Cia si impegna a diffondere in maniera capillare i contenuti del decreto, ’’per permettere a tutti i vitivinicoltori interessati di fare domanda, non lasciando nessuno indietro’’.La misura, che consiste nella rimozione parziale dei grappoli non ancora giunti a maturazione o la mancata raccolta di una parte di questi, ha come importi massimi per ettaro: 500 euro per uve destinate a vini IGT; 800 euro per uve destinate a vini DOC; 1.100 euro per uve destinate a vini DOCG.’’Ovviamente – sottolinea Cia – il decreto da solo non basta a rilanciare un settore da 13 miliardi, di cui oltre 6 miliardi realizzati sui mercati esteri, così colpito dagli effetti del Covid-19. Serve lavorare su un ’’progetto Italia’’ in cui i vini dei territori siano protagonisti e facciano da traino al Made in Italy nel mondo. Per questo, bisogna orientare al meglio le risorse, puntando su promozione, OCM e internazionalizzazione’’.