Roma, 24 lug. – E' attesa in giornata, nell'ambito del procedimento sull'omicidio di Serena Mollicone, la giovane di Arce uccisa nel 2001, la decisione del gup di Cassino, Domenico Di Croce, sul rinvio a giudizio del maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, della moglie Anna Maria, del figlio Marco, del maresciallo Vincenzo Quatrale e dell'appuntato Francesco Suprano.
La famiglia Mottola e Quatrale sono accusati di concorso nell'omicidio. Quatrale, inoltre, è accusato di istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi. Infine Francesco Suprano è accusato di favoreggiamento. Il rinvio a giudizio per i cinque indagati era stato chiesto il 30 luglio 2019 dalla procura di Cassino. Il padre di Serena Mollicone, che per anni ha lottato per la verità, è morto il 31 maggio scorso. Queste le principali tappe del caso:
– 1 GIUGNO 2001: Serena Mollicone esce di casa la mattina presto. Una giornata come tante, fino a quel momento, per la diciottenne di Arce, che dopo aver preparato la colazione al padre, con cui vive sola dalla morte della mamma, va all'ospedale di Sora dove ha un appuntamento fissato da qualche giorno per un'ortopanoramica. Da quel momento però non farà più ritorno a casa e le ultime ore della sua vita restano un mistero. All'ora di pranzo il padre, Guglielmo Mollicone, maestro elementare e titolare di una cartoleria ad Arce, inizia a preoccuparsi per l'assenza della figlia e nel pomeriggio ne denuncia la scomparsa ai carabinieri. Cominciano le ricerche: forze dell'ordine e volontari setacciano i paesi del circondario con una foto di Serena nella speranza di rintracciarla.
-3 GIUGNO 2001: due volontari della Protezione Civile trovano Serena. E' morta. Il corpo è vicino a un mucchio di rifiuti e seminascosto da una lavatrice e altri ingombranti, abbandonato sull'erba in un boschetto all'Anitrella. Serena viene trovata con mani e piedi legati da nastro adesivo e fil di ferro e un sacchetto dell'eurospin in testa. Iniziano le indagini, coordinate dal procuratore della Repubblica di Cassino, Gianfranco Izzo e dai sostituti procuratori Maurizio Arcuri e Carlo Morra.
– 6 FEBBRAIO 2003: A quasi due anni dal delitto viene arrestato il carrozziere Carmine Belli, che entra nella caserma dei carabinieri con l'aria innocua e spaventata. Continua a precisare di non essere lui il colpevole e di non sapere assolutamente nulla di quell'orribile delitto. Ma nessuno gli crede e tre mesi dopo, a fine maggio 2003, la Procura di Cassino chiude le indagini e chiede il processo con l'accusa di omicidio volontario. Il 37enne viene rinviato a giudizio ma i suoi legali gli avvocati Romano Misserville e Silvana Cristoforo continuano a professare la sua innocenza e chiedono ufficialmente in una conferenza stampa, che si indaghi in ambienti più vicini alla famiglia di Serena.
– 14 GENNAIO 2004: Si apre il processo a Carmine Belli davanti alla Corte d'Assise di Cassino. Il carrozziere è accusato di aver ucciso e poi occultato il corpo di Serena Mollicone. La pubblica accusa chiama a testimoniare 57 persone, 150, invece, i testimoni chiamati in causa dai legali della difesa.
– 7 LUGLIO 2004: E' l'ultimo capitolo del processo in primo grado a Carmine Belli. La difesa chiede l'assoluzione e la Corte d'Assise, presieduta dal giudice Biagio Magliocca, scomparso da qualche anno, si chiude in Camera di Consiglio e nello stesso pomeriggio, alle ore 18, esce con la sua sentenza: assolto.
-29 SETTEMBRE 2005: Inizia a Roma il processo in Appello dopo il ricorso della Procura di Cassino. Carmine Belli però revoca la nomina ai suoi legali e il processo slitta. La Corte d'Assise di Appello, in attesa della nomina di nuovi difensori, dispone che Belli sia assistito da un difensore d'ufficio.
– 31 GENNAIO 2006: Il procuratore generale definisce illogica e contraddittoria l'assoluzione di Belli in primo grado e alla prima Corte d'Assise d'Appello di Roma, presieduta da Antonio Cappiello, chiede anche lui una condanna a ventitrè anni di reclusione per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Secondo il rappresentante della pubblica accusa, l'imputato avrebbe più volte mentito e il suo alibi sarebbe falso. Nello stesso pomeriggio, dopo meno di due ore di Camera di Consiglio, il presidente Cappiello pronuncia la seconda sentenza di assoluzione per Belli, per insufficienza di prove. I familiari della studentessa uccisa vengono invece condannati al pagamento delle spese processuali.
– 6 OTTOBRE 2006: La Prima sezione penale della Cassazione respinge tutti i ricorsi, accoglie la tesi difensiva di Eduardo Rotondi, legale del carrozziere di Arce, e assolve definitivamente Carmine Belli.
-28 MARZO 2008: il brigadiere Santino Tuzi rende alcune dichiarazioni su Serena Mollicone e racconta di averla vista entrare nella caserma dei carabinieri il 1 giugno 2001 ma di non averla vista uscire.
-11 APRILE 2008: Santino Tuzi viene trovato morto nella sua auto in un bosco, ucciso da un colpo di pistola al petto. L'ipotesi è di suicidio. La figlia si dirà convinta del legame tra la morte del padre e “la verità sul caso di Serena Mollicone”. “Sono certa che mio padre sapesse qualcosa e che era stato minacciato di ritorsioni nei confronti della famiglia”, dice Maria Tuzi.