Lampedusa, 24 lug. – “Salvini è venuto ieri qui a dire che quando tornerà al governo i porti di Lampedusa saranno di nuovo chiusi ai migranti. Una bugia, perchè la Lega al Governo c'è stata già e i porti sull'isola sono rimasti sempre aperti”. A dirlo all'Adnkronos è il sindaco della più grande delle Pelagie, Totò Martello, all’indomani della visita sull’isola del leader della Lega, Matteo Salvini. Il 'Capitano' ha scelto i giorni caldi dell'emergenza immigrazione per arrivare a Lampedusa e tra selfie e bagni di folla non ha rinunciato a una tappa all'hotspot di contrada Imbriacola. Una visita documentata dalle foto postate sui social per denunciare che “questa non è immigrazione, è caos”.
“Da ministro dell'Interno non è mai stato qui, nonostante i ripetuti inviti – dice il primo cittadino -. Gli ho scritto diverse lettere senza ricevere nessuna risposta, nè formale nè informale, l'ho invitato ma non è venuto. Che scopra ora qual è la situazione qui la dice lunga… mi sembra un po' un paradosso, quanto meno poco credibile”.
“Nella struttura di contrada Imbriacola al momento ci sono 650 migranti”, sottolinea il primo cittadino. Altri 200 sono stati trasferiti oggi con il traghetto per Porto Empedocle, ma gli sbarchi proseguono uno dopo l'altro. “Nella notte e fino a stamattina alle 11.30 ne sono arrivati altri 130 circa”. Numeri che per il primo cittadino rendono necessario “un potenziamento dei trasferimenti” per svuotare con più velocità la struttura. “E' evidente che con questi numeri il trasferimento solo con il traghetto per Porto Empedocle non basta, serve una nave di supporto”.
Per il sindaco, però, l'hotspot non è al collasso. “Potremmo dire che il sistema sta collassando se non venisse garantita la sicurezza sanitaria, se gli ospiti scappassero e si riversassero in paese – dice dopo le polemiche rilanciate dal leader della Lega -. L'emergenza c'è perchè abbiamo decine di sbarchi al giorno, senza considerare poi le carrette del mare lasciate alla deriva e quelle ammassate al molo Favarolo”. Ma taglia corto Martello, “una cosa è riconoscere l'emergenza altro dire che c'è lo stato di guerra o l'invasione dei migranti”.