Ragusa – La Cannabis terapeutica è sbarcata i all’Ars, al centro di un’audizione tenuta in commissione salute allo scopo di tentare di sanare lacune e incongruenze alle disposizioni regionali già vigenti e mettere le basi per ottenere l’autorizzazione alla coltivazione condivisa da parte di associazioni di pazienti e per creare un percorso che porti i Cannabis social club a collaborare con le Asp a scopo terapeutico. L’audizione, a cui erano presenti i componenti dell’associazione Cannabis Cura Sicilia Alessandro Raudino, Florinda Vitale e Francesca Turano Campello, è stata promossa dalla deputata M5S Stefania Campo e dai componenti 5 stelle della commissione Salute, Giorgio Pasqua, Antonio de Luca, Francesco Cappello e Salvatore Siragusa. “Purtroppo – dice Stefania Campo – mancava l’assessore Razza.
Chiederemo comunque un incontro in assessorato anche per capire se nel corso dell’ultima conferenza Stato-regioni si è arrivati a dare alla Sicilia autonomia di produzione di cannabis terapeutica, atteso che il fabbisogno attuale è oggi di gran lunga superiore alle prescrizioni fatte dalle strutture terapeutiche, Asp e farmacie private. “Solo Ragusa, a quanto ci risulta – afferma De Luca – ha attivato le convenzioni con le farmacie private. Dal resto della Sicilia c’è il silenzio assoluto. Per questo presenteremo una risoluzione per impegnare l’assessorato a intervenire con una circolare che imponga un termine alle Asp per individuare le farmacie ospedaliere di riferimento e per attivare le convenzioni con le farmacie private. Inoltre chiederemo all'assessorato di vigilare e impegnarsi affinché i medici di famiglia siano adeguatamente informati sull'esistenza e l'impiego dei medicinali a base di cannabinoidi, nuova frontiera per mitigare gli effetti di molteplici gravi malattie, al fine di diffonderne l'utilizzo".
Nel corso dell’audizione, l’associazione Cannabis cura Sicilia ha chiesto l’attuazione di un progetto pilota, di concerto con l’assessorato alla Salute e con equipe mediche, che garantisca la produzione di infiorescenze certificate a scopo terapeutico. Senza l’apporto della politica, secondo l’associazione, i pazienti saranno sempre abbandonati, da qui l’appello all’assessore per avviare la coltivazione di cannabis terapeutica nell’isola. “La prospettiva a cui si tende – afferma Campo – è quella di intervenire sulla cannabis medica, modificando la normativa attuale, sia a livello nazionale che regionale, per arrivare a ottenere l’autorizzazione alla coltivazione condivisa, tramite associazioni di pazienti, opportunamente riconosciute e ben monitorate, con il fine ultimo di garantire e semplificare al massimo l’accesso alla cura”.
“Grazie alla Cannabis – aggiunge Campo – lo stesso Alessandro Raudino è riuscito a ritrovare la sua dignità, eliminando il grado di spasticità legato alla sua malattia. Come lui nel nostro Paese ci sono circa 30mila ammalati che hanno optato per una terapia a base di cannabinoidi, decidendo di mettere da parte la farmacologia sintetica e tutti gli effetti collaterali che ne derivano”.