Ragusa – “Le migrazioni, nella storia dell’umanità, ci sono sempre state, ci sono e ci saranno anche in futuro. Spostarsi nel pianeta è uno dei diritti fondamentali dell’uomo e non è pensabile bloccare questo fenomeno. Diventa impossibile quando la spinta è dettata da uno stato di bisogno (guerra, povertà e altro ancora). Ma in un mondo governato dalla legge, gli spostamenti devono essere regolati, governati; pensare di inibirli è inattuabile”. E’ quanto afferma il segretario provinciale del Pd federazione di Ragusa, Lino Giaquinta, a proposito dell’argomento che, per ora, sta tenendo banco anche nell’area iblea. “Spesso – aggiunge Giaquinta – dietro le storie dei migranti ci sono storie di povertà sfruttamento, violenza.
Nella nostra realtà, per le partenze dal continente africano, quando il migrante è arrivato sulla nostra spiaggia (proprio di recente lo sbarco a Caucana) ci sono poche alternative: o li blocchi tutti oppure organizzi una accoglienza decente. Credo che la scelta sia obbligata a prescindere dal grado di sensibilità all’accoglienza di ognuno di noi. L’Italia ha organizzato, spesso da sola, un sistema di accoglienza dignitoso, sia in fase di arrivo sia per le fasi successive (Sprar, accoglienza diffusa sul territorio, etc.) e continuerà a farlo anche ora in epoca Covid con una sorveglianza attenta per prevenire i contagi. Bene le navi di appoggio per la quarantena e il potenziamento delle forze dell’ordine anche con la presenza dell’esercito. Ha poco senso immaginare tendopoli, strutture precarie e poco sicure.
La gente ha paura, deve essere rassicurata e non è possibile strumentalizzare e fomentare tale paura per una facile ricerca del consenso, sia a livello locale che nazionale”. “Occorre innanzitutto – dice ancora il segretario provinciale – una politica attiva sui territori di provenienza e di transito e da questo punto di vista il lavoro svolto dall’ex ministro Minniti è unanimemente riconosciuto. A differenza di un ex ministro dell'interno, Salvini, capace solo di azioni strumentali. Purtroppo, spesso è difficile interloquire con questi stati per la loro instabilità politica. Pensare di bloccare le partenze all’origine è irrealizzabile, migliaia di chilometri di costa (costa libica e tunisina) da controllare nei territori di stati esteri. Ecco l’importanza di una politica attiva verso gli stati di provenienza e di transito”.
“Il controllo in mare dei barconi (frontex, marina militare, Ong) che ha consentito di salvare vite umane – conclude Giaquinta – è stato molto criticato dalla Destra italiana ritenendolo come un incentivo alle partenze (i cosiddetti taxi del mare). Ma se non li intercetti in mare, i migranti arrivano autonomamente e questo accade ora e accadeva anche prima quando Salvini bloccava le Ong e le navi della Marina militare italiana. Basta leggere le interviste del sindaco di Lampedusa a testimonianza di ciò. La politica dei rimpatri tanto sbandierata da Salvini è stata messa in atto da questo governo e dal ministro Lamorgese con i fatti e non con le parole. Il ricollocamento in altri paesi europei è ostacolato innanzitutto da quegli stati governati dagli amici della Destra italiana che alzano muri anziché assumersi la propria quota di responsabilità nell'accoglienza dei migranti.
E anche da questo punto di vista ha fatto di più questo governo con il ministro Lamorgese che Salvini con le sue chiacchiere”.