Treviso, 4 ago. – Si è accorto subito delle conseguenze del suo gesto il cinquantenne austriaco che è stato individuato dai carabinieri come l'autore del danno alla statua in gesso di Paolina Borghese, opera di Antonio Canova, nella Gipsoteca di Possagno, in provincia di Treviso. E' quanto emerge dalla ricostruzione dei carabinieri della compagnia Castelfranco Veneto: dalle immagini di videosorveglianza si vede il turista rialzarsi dopo la foto scattata da un'altra persona, urtare il piede della statua e tornare sui suoi passi un paio di volte per verificare il danno, prima di allontanarsi visibilmente innervosito.
Il suo non è stato un pentimento immediato, ma è arrivato dopo il rientro ad Aistersheim, piccolo comune del nord dell'Austria: quando ha saputo che i carabinieri avevano rintracciato la capogruppo della visita al museo, sua moglie, l'uomo ha inviato una email di scuse, assumendosi le sue responsabilità e mettendosi a disposizione delle autorità italiane. Da quanto si apprende, ora la sua posizione è al vaglio della Procura di Treviso: il suo non è stato un atto vandalico premeditato, ma un danneggiamento causato da un gesto inconsulto. I periti del museo stanno anche quantificando il valore economico dei danni: la statua infatti dovrà essere restaurata. Per ora però è prematuro parlare di risarcimento del danno.
Soddisfatti i carabinieri della compagnia di Castelfranco Veneto, che in poco tempo sono riusciti a risalire al cinquantenne partendo dal nome della capogruppo. Come da norme anti-Covid, infatti, il nominativo di ogni responsabile dei gruppi in visita nei musei deve restare registrato per 14 giorni, ma non quello delle altre persone che erano con lei, nove in tutto. Anche grazie all'aiuto di un interprete, i militari dell'Arma sono presto risaliti alla comitiva di turisti austriaci, tornata in Austria dopo il weekend in Italia. “E' stata un'attività svolta con il massimo impegno dai carabinieri di Castelfranco Veneto e della stazione di Pieve del Grappa, competente per territorio. Un'indagine che ha trovato la determinante collaborazione della direzione del museo”, dice all'AdnKronos il capitano Enrico Zampolli, comandante dei carabinieri della compagnia di Castelfranco Veneto.