Ragusa – “Quanto sta succedendo in Sicilia, nella nostra terra, anche lungo le coste dell’area iblea, impone una riflessione. Molti cittadini sono stanchi. Oltre che preoccupati. E’ vero, occorre equilibrio. Ma, allo stesso tempo, non è possibile che l’arrivo non controllato di migranti, e non solo questo naturalmente, contribuisca a determinare l’aumento dei contagi. Sembra di stare scherzando con il fuoco. E, in un momento delicato come l’attuale, proprio per evitare di vanificare il lockdown dei mesi scorsi che tanti sacrifici ha comportato, non possiamo permetterci di sbagliare strategia”.
E’ l’on. Orazio Ragusa, deputato regionale della Lega all’Ars, ad evidenziarlo affermando che occorre far presto per dare risposte alla Sicilia che, nei giorni scorsi, attraverso il governatore Musumeci, ha chiesto lo stato d’emergenza dopo le centinaia di migranti sbarcati a Lampedusa e che costringono a trasferimenti d’urgenza verso Porto Empedocle e verso Pozzallo. Gli arrivi creano problemi “sanitari, sociali ed economici”, come detto da Musumeci, e si incrociano le dita ogni volta che si attendono gli esiti dei tamponi. “La polemica nei confronti del governo nazionale non è nuova – aggiunge l’on. Ragusa – anche perché nelle ultime settimane non risulta che il presidente del Consiglio abbia dato cenni di attenzione a tal riguardo.
La questione si complica perché è collegata alle conseguenze dell’emergenza virus: da un lato c’è il blocco della redistribuzione in Europa, dall’altro il Patto per le migrazioni, del quale si sarebbe dovuto discutere nel semestre a presidenza tedesca, rischia di essere rinviato di parecchio anche per evitare ulteriori divisioni tra i governi che sono stati impegnati nelle discussioni su Recovery fund e Fondo salva Stati”. Nonostante le buone intenzioni manifestate anche nel pieno dell’emergenza, al momento non c’è traccia del tema immigrazione negli ordini del giorno delle riunioni europee in programma nei prossimi giorni. “E ha detto bene Matteo Salvini – dice ancora l’on. Ragusa – quando ha rilevato che in dieci giorni ci sono stati 1.317 arrivi contro i 1.088 dell’intero mese di luglio 2019 quando lo stesso Salvini era ministro dell’Interno. I numeri non mentono e, quindi, si rende indispensabile adottare misure speciali, ritornare con le navi in rada per consentire di svolgere la quarantena, attivare i sistemi di controllo sanitario nella maniera più puntuale e rapida possibile.
D’altro canto, le dichiarazioni del ministro Lamorgese sui rischi per l’ordine pubblico in autunno e sui decreti sicurezza non ci fanno dormire sonni tranquilli. Siamo consapevoli che i prossimi mesi saranno durissimi per i siciliani e per gli italiani in genere. E, al contempo, si vogliono favorire gli immigrati? C’è qualcosa che non torna. Anche perché il governo nazionale, su questi temi, non è in linea con l’opinione pubblica che della questione dei migranti è stanca e stufa. E attende risposte efficaci nel trovare il giusto equilibrio tra diritti e sicurezza. Il problema, però, è che non abbiamo più tempo e che queste risposte servono subito. E si badi bene che, nelle mie parole, non c’è nessun intento razzista, me ne guarderei bene, io che della tolleranza e del rispetto ho fatto una ragione di vita.
Sto soltanto dicendo che è necessario, a maggior ragione in questa fase così delicata, il rispetto delle regole, da parte di tutti, migranti e non migranti. Così come devono rispettare le regole tutti coloro che stanno caratterizzando i vari assembramenti di cui puntualmente viene riportata notizia negli organi locali di stampa e che devono essere evitati. E qui i migranti non c’entrano di certo. Senza rispetto delle regole, insomma, si rischia il caos definitivo”