Ragusa – Nonostante l’insistenza dei consiglieri Pd nel criticare la decisione del sindaco di aver tenute aperte le spiagge del litorale ragusano per la notte di San Lorenzo, nonostante lo spettacolo poco edificante con cui le principali di tali spiagge si sono presentate la mattina dell’11 agosto, il sindaco Peppe Cassì ha ribadito la validità della propria decisione di non interdirle per non creare altre situazione di assembramento. Nella dichiarazione diffusa dal primo cittadino, infatti, si legge “la notte di San Lorenzo è trascorsa nelle nostre spiagge senza tendopoli né falò; lasciare gli arenili aperti alla fruizione dei giovani ha ridotto, come era prevedibile, le occasioni di assembramento: meglio ampi spazi all'aria aperta che lungomari o locali ristretti ed angusti per tanti giovani che, comunque, non sarebbero rimasti a casa o lontano dai luoghi della movida.
In molti avevano paventato che il nostro litorale venisse preso d’assalto da ragazzi provenienti da tutta la provincia, ma ciò non si è verificato: a trascorrere la notte in spiaggia sono per lo più minorenni, che non si spostano di tanto dai luoghi in cui vivono”. Ma per il sindaco è necessaria anche una riflessione “sui comportamenti e sull’educazione di tanti nostri ragazzi. Questo è lo stato (il riferimento è ad alcune foto diffuse anche dall’ufficio stampa comunale n.d.r.) in cui abbiamo trovato le spiagge stamani: tanto alcol e scarso rispetto. Tutto è stato ripulito già nella primissima mattinata, come da prassi”. Ed infine non manca una tiratina d’orecchie alle famiglie di questi giovani “nei giorni scorsi alcuni genitori mi hanno scritto per chiedermi di “chiudere tutto” così da evitare che i loro figli uscissero a tarda sera: davvero serve l’ordinanza del sindaco per disciplinare i comportamenti di un figlio?
Possibile che il compito di educare i ragazzi venga delegato dalle famiglie all'amministrazione di turno? Il proibizionismo non è alternativo all’educazione, ma può essere conseguenza della sua mancanza”. (da.di.)