Roma, 12 ago. – La ricandidatura di Virginia Raggi a sindaco di Roma doveva essere il grimaldello per scardinare la regola dei due mandati per i parlamentari e aprire così una nuova fase della storia del Movimento 5 Stelle. E invece, la soluzione escogitata dal capo politico Vito Crimi – ovvero, escludere dal computo dei due mandati solo il mandato del consigliere comunale – finisce per scontentare un po' tutti, dai big ai peones.
Per questo, pochi minuti dopo il post sul Blog delle Stelle che annuncia il voto su Rousseau di giovedì e venerdì per la modifica del cosiddetto 'mandato zero', fonti M5S di peso affidano all'Adnkronos tutto il loro malcontento: “Mandato zero? Pura ipocrisia. Il limite del secondo mandato muore con la ricandidatura di Virginia Raggi. La si smetta con queste prese in giro degli elettori: dopo il mandato zero, si inventeranno il mandato meno uno?”.
Malumori che riflettono il mood delle chat interne: è assurdo – attacca una deputata alla prima legislatura – che ogni sei mesi si cambino le regole sulla base degli interessi del momento. L'ortodosso Luigi Gallo, vicino al presidente della Camera Roberto Fico, si chiede: faremo gli Stati Generali a colpi di voti sul Blog? Nel mirino degli scontenti anche la nuova clausola che consente al consigliere comunale in carica di “candidarsi ad una qualsiasi carica elettiva ed interrompere il mandato comunale in caso di elezione”. “Ma non eravamo quelli che 'se ti candidi a una carica la porti a termine fino alla fine per rispettare il mandato dei cittadini'?”, domanda perplesso un altro pentastellato.
In un post su Facebook Stefano Buffagni, viceministro dello Sviluppo economico, cita le parole di Gianroberto Casaleggio: “Ogni volta che deroghi a una regola praticamente la cancelli”. E lancia un messaggio ai vertici M5S: “O si ha la forza e il coraggio di affrontare il futuro del Movimento con serietà, consapevoli degli errori e delle esperienze fatte, o si tratta solo della tecnica della 'rana bollita' che di volta in volta si usa a secondo della convenienza o dell'esigenza. Tema mandati o alleanze con i partiti non sono un argomento da votazione a Ferragosto, ma da Stati Generali!”.
Quegli Stati Generali invocati a gran voce dai parlamentari che hanno firmato la mozione 'Parole guerriere', promossa dalla deputata Dalila Nesci, la quale chiede di riformare la regola dei due mandati e l'organizzazione interna del M5S.
Altro tema caldo sul quale gli iscritti grillini saranno chiamati a esprimersi è quello delle alleanze locali. “Sei d'accordo con la proposta del capo politico di valutare, sentito il Comitato di Garanzia, la possibilità di alleanze per le elezioni amministrative, oltre che con liste civiche, anche con i partiti tradizionali?”, il quesito che gli attivisti si troveranno di fronte giovedì e venerdì.
In caso di via libera, il M5S avrà la possibilità di correre insieme al Pd anche sui territori, replicando su scala locale lo schema di governo Conte bis. Uno scenario a cui da tempo lavora il garante Beppe Grillo, che ieri ha incontrato nella sua villa a Marina di Bibbona il sindaco dem di Milano Beppe Sala (anche lui in scadenza di mandato nel 2021, come la Raggi) e oggi è tornato a farsi sentire con un videomessaggio postato sul suo Blog.
“E' parecchio tempo che non faccio video: non voglio apparire perchè si dicono un sacco di cose e preferisco non essere invischiato”, spiega il garante pentastellato. “Io ho fatto parte di un sogno che si è realizzato, il M5S, che oggi governa, partendo da un'idea di rete, di un Movimento senza sedi, tesori, soldi. Dall'idea che la rete è l'intelligenza condivisa, la politica condivisa, la società del futuro sarà condivisa con la rete. Da quello passerà qualsiasi cosa e noi ci perdiamo in discorsi completamente inutili, vuoti e senza senso”.
Grillo chiede “scelte coraggiose” e rilancia il progetto di una “rete unica” per superare il divario digitale in Italia: un disegno che, afferma il co-fondatore del M5S, per essere realizzato necessita di una “ampia convergenza politica e istituzionale”.