Ragusa – “Il decreto Agosto è un provvedimento che contiene molte cose con giuste finalità, ma ci aspettavamo di più. Non solo perché la ristorazione è tra i settori più danneggiati, ma anche perché – e questo ci preoccupa e ci disorienta – gli annunci fatti per un bonus del 20% sui consumi hanno creato giuste aspettative che, se poi non arrivano risposte, disorientano e fanno arrabbiare”. E’ il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti, ad affermarlo per conto degli associati Fipe dell’area iblea e a commento del provvedimento varato dal Consiglio dei ministri. “Al di là del rammarico – prosegue – questa è, comunque, una conferma della posizione della politica italiana nei confronti del settore, che nelle dichiarazioni si mostra disponibile, salvo poi non confermarlo nei fatti.
Stiamo parlando di un settore che ha grandissimi valori economici ma anche immateriali, che per l’Italia e, a maggior ragione, per l’area iblea, sono la sua identità, lo stile di vita. C’è la necessità di dare un segnale al settore, anche perché siamo i più disastrati, i più deboli”. Per quanto riguarda gli imprenditori balneari, invece, il decreto Agosto si limita soltanto a recuperare la norma salva pertinenziali che era stata improvvisamente e incautamente stralciata dal precedente decreto Rilancio. “Se da una parte si tratta di una notizia certamente positiva – continua il presidente Manenti – dall’altra non possiamo non rilevare e sottolineare che questo decreto non contiene alcun intervento per l’eliminazione, la riduzione o il rinvio del pagamento dei canoni demaniali, né modifica il trattamento fiscale ingiusto e penalizzante per le decine di imprese balneari del nostro territorio così come per tutte le altre (dall'aliquota Iva al 22% invece che al 10% come per tutte le altre aziende turistiche, al pagamento della Tari per l’intero anno e non per il periodo di effettivo esercizio dell'attività)”.
“La nostra confederazione e le federazioni di categoria a livello nazionale – conclude Manenti – si adopereranno affinché, in sede di conversione, il Parlamento effettui le opportune correzioni per una doverosa riduzione della pressione fiscale ad iniziare dall’esonero dal pagamento dei canoni per l’anno in corso”.