GENOVA – ’’Proveremo a vigilare perchè la nostra disperazione possa essere trasformata in un altro pezzo di rinascita. Non possiamo continuare a farci umiliare’’. Le parole di Egle Possetti, portavoce dei familiari delle vittime di ponte Morandi, scandiscono il dolore a due anni dalla tragedia durante la commemorazione all’ombra del nuovo viadotto che oggi riunisce Genova. Dolore che diventa richiesta di ’’giustizia’’, di ’’accantonare la timidezza e andare avanti a testa alta’’ per avere ’’concessioni eque’’ e ’’autostrade sicure’’.Genova si è fermata per ricordare i suoi 43 morti. Lo ha fatto inaugurando coi loro parenti la ’’Radura della Memoria’’, uno spazio pubblico a pochi metri dalla pila crollata il 14 agosto 2018 dove il numero degli alberi, tutti di specie differenti, è uguale a quello delle vittime. Presenti il premier Giuseppe Conte, i ministri Paola De Micheli e Alfonso Bonafede oltre al sindaco Marco Bucci e al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti.Alle 11.36, ora esatta del crollo, è stato osservato un minuto di silenzio, rotto solo dalle campane che hanno risuonato in tutte le chiese di Genova, dalle sirene delle navi in porto, udibili anche dal luogo della cerimonia, e da alcuni clacson sul viadotto. Poi una parte dell’orchestra del teatro Carlo Felice ha eseguito alcuni brani per accompagnare il momento di raccoglimento fino al termine.’’Noi continueremo a sostenervi in questa vostra richiesta dell’accertamento della verità processuale e delle responsabilità di questo crollo, il vostro dolore e la vostra ferita sono il nostro dolore e la nostra ferita’’, ha affermato Conte rivolgendosi ai familiari delle vittime. ’’Tutto questo non resterà confinato nel quadro dell’esperienza di vita familiare, vi sosterremo nel vostro sforzo di costruire una memoria collettiva. L’altro impegno – ha aggiunto – è quello di fare sì che le infrastrutture siano più sicure’’.’’Per non dimenticare – ha detto il governatore Toti – ci vuole memoria e, perchè sia una memoria condivisa, deve esserci giustizia. E perchè ci sia giustizia ci vuole verità. E noi aspettiamo con fiducia. Ma ancora prima di chi verrà punito vogliamo sapere che cosa è successo’’.’’Genova non dimentica – ha rimarcato il sindaco Bucci a margine della cerimonia -. E’ un grande messaggio per dire chiaro e tondo che queste cose non si devono ripetere più e che noi vogliamo che le risorse economiche, umane e la tecnologia vengano messe insieme per far sì che le nostre infrastrutture, che certamente sono le più belle al mondo, siano anche le più sicure’’.