Roma, 16 ago. – “Come si vede Cossiga fu un grande pensatore non solo un politico, che ricoprì importanti cariche nello Stato Italiano, ma anche un amico di filosofi, teologi, di papi e quindi uno che raccoglieva in se stesso e si ispirava al pensiero di sommi testimoni della cultura e della fede”. Il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano emerito, ricorda così con l'Adnkronos Francesco Cossiganel decennale della sua scomparsa.
“Ho un particolare ricordo del presidente Francesco Cossiga – racconta il Card. Bertone- Esattamente il 2 luglio 1991 sono stato ricevuto al Quirinale per una visita di cortesia dopo la nomina ad Arcivescovo di Vercelli. Fu un incontro interessantissimo che spaziò su temi giuridici (ambedue eravamo costituzionalisti) su temi filosofico teologici, nei quali egli da vero cattolico era ben ferrato”.
“Ho continuato poi ad essere in rapporto con lui soprattutto attraverso l'amicizia che coltivava col cardinale Ratzinger, poi divenuto Papa Benedetto XVI – prosegue – col quale intratteneva una fitta corrispondenza e conversazione, durante gli anni in cui anch'io ero a fianco del prefetto della Cdf”.
“Cossiga ebbe tre grandi passioni per le quali lottò e profuse il suo impegno: anzitutto la stima per San Tommaso Moro fino alla proclamazione del Santo come Patrono dei politici e dei governanti fatta da Giovanni Paolo II nell'anno del Grande Giubileo – spiega Bertone – l'amore e la stima per l'Abate Antonio Rosmini per il quale esultò quando Papa Giovanni Paolo II lo citò nell'enciclica 'Fides et Ratio' e quando uscì la nota liberatoria firmata dal Card. Ratzinger e dal sottoscritto il 1 luglio 2001 che apri' la strada alla piena riabilitazione ed alla successiva Beatificazione nel 2007; infine profonda fu la conoscenza e lo studio del teologo anglicano-cattolico poi creato Cardinale John Henry Newman: anch'egli fu citato come esponente del dialogo tra Fede e Ragione nell'enciclica di Giovanni Paolo II”.