Vittoria – “Abbiamo una situazione non semplice da risolvere. La questione del randagismo, in città, continua ad essere irrisolta e, purtroppo, a tenere continuamente banco. Ma questo non deve farci issare bandiera bianca. Per cercare di contenere il fenomeno e, se possibile, debellarlo, occorre molto da fare. E, secondo noi, è importante portare avanti una vera e propria operazione culturale, per fare capire che gli animali di affezione non possono diventare un passatempo. Victor Hugo diceva: ‘Fissa il tuo cane negli occhi e tenta ancora di affermare che gli animali non hanno un’anima’. Ecco, bisogna partire proprio da qui”. E’ quanto sostiene l’associazione Reset Vittoria a proposito di una problematica che negli ultimi anni è stata posta sempre in evidenza senza che, però, si trovassero le contromisure adatte a frenare l’incremento a dismisura della stessa.
Per il segretario politico dell’associazione, Alessandro Mugnas, è indispensabile una riflessione a tutto campo sul delicato argomento. “In realtà – chiarisce Mugnas – durante l’azione politica portata avanti in questi ultimi anni, abbiamo indicato quale, secondo noi, sarebbe stata la progettualità più interessante da attuare. Stiamo parlando del progetto Zero cani in canile che, già attivo nella vicina Comiso, ha garantito risposte importanti”. Un progetto che, nato nel Comune di Vieste nel 2011, creato dalla dottoressa Francesca Toto, punta a risolvere la questione del randagismo non con i canili ma attraverso azioni coordinate. “Lo abbiamo già detto e lo ribadiamo in questa occasione – chiarisce Mugnas – che il segreto del progetto è proprio quello dell’attivazione di una strategia che passa per la realizzazione di reti virtuose tra enti locali, cittadini, volontari, Asp, associazioni di categoria e imprese, ma anche forze dell’ordine (Gdf, polizia, carabinieri, polizia locale), che sostituiscano il sistema del ricovero dei randagi in canili con uno basato su stalli privati gratuiti o incentivati in servizi.
Un ambizioso e riuscitissimo progetto che, guarda caso, è stato replicato anche in altre realtà urbane del Sud Italia. Perché Vittoria non si aggrega alla rete già esistente sul territorio casmeneo? Sarebbe un sistema che potrebbe rivelarsi valido per combattere il randagismo e far sì che le risorse economiche destinate a questa problematica, come è già accaduto in altre realtà cittadine in cui il progetto è stato attivato, possano gradatamente diminuire. Noi, nell’aprile del 2019, abbiamo partecipato a Comiso alla presentazione del progetto e pensiamo che una chance alla nostra città bisognerebbe darla. Chissà che non possa essere questa la strada per cercare di rimediare all’incremento del numero di abbandoni registrato anche a Vittoria”.
C’è, poi, l’aspetto culturale vero e proprio su cui sarebbe necessaria un’azione intensa di sensibilizzazione. “Quando vostro figlio o figlia vi chiederà “papà, mamma prendiamo un cane??” non rispondete mai di che razza lo vuoi – afferma ancora Mugnas – prendendolo solo per farli felici. No. Un cane, come ogni animale, non può essere un gioco passeggero, per poi abbandonarlo appena svanisce il desiderio. L’affetto si dona e si riceve gratis ma con gl’interessi. Aiutiamoli a dare un futuro ai randagi e aiutiamo, se possibile, i canili dei territori ad alleviare la forte affluenza di ospiti che aumentano ogni giorno di più. Lo possiamo fare anche a Vittoria, nella maniera più responsabile e consapevole possibile. In attesa che il progetto di cui abbiamo parlato possa essere attuato non appena il nostro candidato a sindaco, Salvatore Di Falco, reggerà le sorti di palazzo Iacono”.