Ragusa rimarrà senza museo archeologico per almeno due anni. E’ questa l’amara conclusione cui giunge il movimento Territorio dopo aver seguito con il suo Direttivo l’incontro sul Museo Archeologico organizzato dall’assessore alla cultura del Comune di Ragusa con la presenza dei vertici della Soprintendenza. Ed in proposito il segretario cittadino del movimento, Michele Tasca riferisce “l’unico dato certo emerso è che del trasferimento del Museo Archeologico alla nuova sede del Convento di Santa Maria del Gesù non se parlerà prima del 2022. Questo ha detto il Soprintendente appena insediato a Ragusa, il quale ha anche affermato che il Museo Archeologico attuale, di via Natalelli, resterà chiuso in quanto i necessari lavori di ripristino e messa in sicurezza risulterebbero antieconomici, alla luce di una necessaria diversa destinazione di utilizzo dei locali che potranno essere solo di supporto al Museo principale.”
L’occasione serve a Territorio per stigmatizzare “chiare ed evidenti responsabilità dell’assessorato regionale da cui dipende il Museo, assessorato che, è di tutta evidenza, non ha riservato e continua a non riservare alla nostra città la giusta attenzione, ma, a questo punto, serve un’azione decisa dell’amministrazione comunale, anche se non direttamente in grado di operare scelte, per arginare questo grave vulnus per il territorio.” Ma Tasca allarga la prospettiva con una riflessione sulle condizioni della cultura e dei beni culturali nel capoluogo affermando “è sotto gli occhi di tutti che manca a Ragusa un progetto culturale, non c’è una idea chiara di quello che vuole portare avanti l’amministrazione.
Il Sindaco ha trattenuto la delega per i primi 18 mesi, da gennaio c’è il nuovo assessore Arezzo che ancora non ha fatto vedere molto, complice il lockdown”. Ne consegue, prosegue Michele Tasca che “la cultura è nelle mani solo dei privati, con le innegabili criticità dovute all’insieme di iniziative giocoforza slegate fra di loro. E’ stato nominato un manager della cultura, ma non abbiamo mai sentito quali sono i suoi programmi e i suoi obiettivi, anche il nuovo assessore non ha detto molto su quelle che sono le intenzioni sue in merito al tanto agognato progetto culturale. Dalle forze in campo, il Sindaco, come capo dell’amministrazione, l’assessore, il manager, il comitato tecnico scientifico dell’Ecomuseo, la consulta giovanile che, in ogni caso, dovrebbe essere protagonista per ciò che riguarda la cultura, non deriva nulla di concreto.
Si lavora a progetti che attengono più al turismo che alla cultura vera e propria, come per l’Ecomuseo o per il Castello di Donnafugata e il Museo del Costume, peraltro tutte cose al palo e, inspiegabilmente ‘ferme’ da troppo tempo”. Quindi il segretario cittadino di Territorio si avvia alla conclusione “in questo contesto, che vede il comparto cultura fra i più in crisi dell’amministrazione Cassì, assieme allo sviluppo economico, in quanto privi dei minimi risultati concreti, il Museo Archeologico dovrebbe costituire un punto fermo, assieme a quello di Kamarina.
Purtroppo, Musei entrambi chiusi al pubblico, con danni notevoli in termini turistici e di immagine. Ma non sembra che qualcuno si stia strappando i capelli in seno alla giunta e alla maggioranza per una situazione che, da tempo, avrebbe dovuto essere affrontata con ben altre decisioni”. E ritorna in ballo la chiamata in causa del governo regionale quando si afferma “subiamo i tempi e le strategie dell’assessorato regionale senza intervenire e senza protestare, a Kamarina si chiude per lavori, a Ragusa si chiude per acclarate e riconosciute responsabilità degli uffici regionali che hanno disatteso le norme per la sicurezza e i relativi adempimenti. Fra l’altro, dall’incontro è emerso, chiaramente, che dopo 10 anni si discute ancora di quali reperti portare a Ibla, con riserve evidenti sull’attuale esposizione museale che, fino ad ora, è stata, invece, sempre esaltata, segnali evidenti che non ci sono idee chiare su quello che si deve fare e sulla necessità di non fare troppa ‘filosofia’, invece di accelerare i tempi per quello che può essere un volano di cultura e di turismo per la città e per il quartiere di Ibla”. Serve un atteggiamento diverso da parte di tutta l’amministrazione.” (da.di.)