Ragusa – Pur “plaudendo alla tanto attesa apertura del Museo del Costume presso il castello di Donnafugata, apertura fissata per il 15 ottobre”, il movimento politico Territorio si chiede quanto esso costi alla città di Ragusa. Della questione ha discusso il direttivo cittadino, nel contesto di una analisi delle potenzialità turistico-culturali da sfruttare in città, affidando le conclusioni al segretario Michele Tasca, che commenta “pare che, a metà di ottobre, si apriranno i battenti del Museo del Costume. Dopo oltre 5 anni dall’arrivo della collezione di abiti d’epoca al Castello di Donnafugata, era il mese di marzo dell’anno 2015, i magnifici reperti troveranno idonea collocazione espositiva, anche se, pare, saranno offerti alla vista dei visitatori, a piccole dosi.”
Ma a suscitare le perplessità di Territorio sono emersi interrogativi sui costi totali dell’operazione, alla luce del contenuto di un comunicato dell’Ufficio Stampa del Comune, a proposito di un avviso pubblico di manifestazione di interesse finalizzato alla stipula di convenzione per la collaborazione, a titolo gratuito, per lo svolgimento del servizio di vigilanza. In particolare Michele Tasca si sofferma sul particolare che in tale nota di Palazzo dell’Aquila si legge che “il Comune cerca volontari per la vigilanza del Museo, per assicurare la custodia dei locali relativi al MUDECO, cui non può fare fronte con risorse proprie, stante la oggettiva carenza di organico”. Insomma, sottolinea il segretario cittadino di Territorio, “i responsabili della cultura del Comune di Ragusa esaltano l’alto valore della collezione di abiti d’epoca e sembra strano che si vogliano affidare reperti preziosi alla custodia di gente professionalmente non preparata per i compiti da assegnare, e suona ancora più strano il fatto che il Comune si dichiari non in grado di assicurare le risorse necessarie.”
La conclusione di Territorio è la seguente “a questo punto per una semplice operazione di trasparenza, sarebbe opportuno conoscere i costi sostenuti per questa collezione e per l’esposizione museale, dall’acquisto alla relativa manutenzione che si è dovuta assicurare in questi anni, fino ad arrivare ai costi totali sostenuti per l’allestimento del Museo, passando per il costo del personale e degli esperti che, a vario titolo, nel tempo, si sono occupati della collezione. Pensiamo che un bilancio generale relativo alla collezione di abiti d’epoca e all’allestimento del Museo del Costume debba già esistere per cui sarebbe opportuno che la città fosse resa edotta di quanto è costata, nel suo insieme, l’iniziativa e quanto si ritiene possa produrre per la città in futuro”. (da.di.)