Vittoria – “La chiusura notturna di alcune piazze cittadine e di alcune strade, così come stabilito dalla Commissione straordinaria, avrà una conseguenza pesante, una ripercussione senza precedenti nei confronti delle attività economiche che insistono in quelle aree che erano già state messe a dura prova dal lockdown di marzo. In effetti, questi provvedimenti si tradurranno, nella pratica, in un secondo lockdown destinato a tramutarsi in un colpo di grazia per tutte quelle attività economiche che a fatica erano riuscite a sopravvivere. E, in ogni caso, durante quel periodo, il Governo nazionale aveva fornito un minimo di sostegno con i famosi seicento euro. Una situazione complessa, ci rendiamo conto.
Che, però, secondo noi, si sarebbe potuta risolvere in un altro modo, appellandosi ulteriormente alla coscienza e alla responsabilità dei cittadini che già, in queste ultime serate, avevano ridotto, e di parecchio, la loro presenza nelle zone classiche della movida. Ci sembra, dunque, che la Commissione straordinaria si sia assunta una responsabilità grandissima, anche dopo le dichiarazioni arrivate dallo stesso governatore della Sicilia il quale aveva dichiarato che, al momento, Vittoria non era da zona rossa”. E’ quanto afferma il segretario dell’associazione politico culturale Reset Vittoria, Alessandro Mugnas, dopo avere raccolto le innumerevoli preoccupazioni degli esercenti della zona.
“I quali, detto per inciso – continua Mugnas – stanno facendo di tutto per rispettare le prescrizioni dei protocolli sulla sicurezza, con investimenti che hanno ovviamente inciso sui bilanci delle loro imprese. Ora, però, con questo giro di vite, si rischia di vanificare tutto, condannandoli alla chiusura. Vero è che l’attività di bar e pizzerie potrà continuare regolarmente, così è scritto nell’ordinanza, ma è altrettanto vero che un coprifuoco del genere dissuade tutti dal potere vivere la città, con tutte le precauzioni del caso, ovviamente, così come sarebbe auspicabile. Un problema che riguarda, comunque, tutte le categorie merceologiche che già hanno fatto registrare, in questi giorni, cali nelle vendite e che, adesso, subiranno un contraccolpo notevole. Le attività commerciali sono in croce.
Non sanno se devono comprare la merce per il futuro o meno, non sanno se devono continuare a fare lavorare i propri dipendenti o cos’altro. La salute va preservata, su questo siamo d’accordo, ma non a discapito dei piccoli imprenditori che, così, rischiano di perdere tutto. E in ogni caso, se questa è la scelta finale, perché non si attivano misure di compensazione agevolative per le attività che saranno colpite dal provvedimento? Perché, ad esempio, non si fornisce loro un contributo che consenta di pagare l’affitto o si dimezzano, o addirittura annullano, tutti i tributi locali? Il Governo nazionale da un lato adotta la politica dello scaricabarile, rimettendosi alle decisioni dei Comuni. Dall’altro non fornisce agli stessi le somme necessarie per potere compensare le perdite. Siamo di fronte a un bivio. Dopo, purtroppo, niente sarà più lo stesso”.