Roma – Un bonus da 1.000 euro per i lavoratori stagionali agricoli. E’ previsto nell’articolo 15 del decreto Ristori. “Sono già decine di migliaia le domande inviate dalla Uila, attraverso il Patronato, per richiedere il bonus di 1.000 euro previsto dall’articolo 15 del Decreto Ristori per i lavoratori stagionali dell’agricoltura”.Ne ha dato notizia il segretario generale della Uila Stefano Mantegazza nel corso della conferenza stampa convocata per illustrare i quattro emendamenti al decreto elaborati dal sindacato di via Savoia. La Uila ritiene che, come l’articolo 9 del precedente Decreto Rilancio, anche l’articolo 15 del Decreto Ristori garantisca ai lavoratori agricoli il bonus di 1.000 euro previsto per i lavoratori stagionali.“Così è scritto nella legge che ha sicuramente valore preminente rispetto a circolari o prese di posizione individuali” ha affermato Mantegazza “anche i lavoratori agricoli, esattamente come gli stagionali degli altri settori, se nel 2020 hanno lavorato meno a causa del Covid, hanno diritto ad essere tutelati con le stesse modalità”.
Su questo tema” ha concluso Mantegazza “ci preoccupano molto i tanti grilli parlanti che sostengono l’inapplicabilità dell’articolo 15 agli stagionali dell’agricoltura. Rischiano, in questo modo, di provocare un intervento governativo teso a ridurne la portata e il danno subito dai lavoratori sarebbe pesantissimo”. Il segretario della uila ha spiegato che “sono quattro i versanti su cui chiediamo di intervenire: il rifinanziamento della cisoa agricola per ulteriori 36 giorni da utilizzare entro il 31 gennaio 2021, al pari di quanto previsto per gli ammortizzatori sociali ordinari e in deroga, a favore degli operai agricoli a tempo indeterminato; la garanzia per gli operai agricoli a tempo determinato, in aggiunta agli effettivi giorni di lavoro prestati, di un numero di giornate utili al conseguimento delle stesse prestazioni assistenziali del 2019 (cosiddetto ‘trascinamento’);
la revisione in modo strutturale dell’attuale normativa prevista in caso di calamita’ naturali, estendendo la definizione a tutti gli eventi distruttivi per la produzione e l’occupazione (compreso quindi anche il covid, ovviamente) e garantendo ai lavoratori il diritto di vedersi riconosciute un numero di giornate in aggiunta a quelle lavorate, pari a quelle lavorate nell’anno precedente all’evento calamitoso, stabilendo che sia il lavoratore, e non il datore di lavoro, a presentare la relativa domanda; vogliamo, infine, che la naspi possa essere riconosciuta anche ai lavoratori a tempo indeterminato dipendenti da cooperative e consorzi nella legge 240/84 in caso di cessazione del rapporto di lavoro”. (Fonte Uila – Unione Italiana dei lavori agroalimentari)