CATANZARO – La sanità calabrese è ancora senza commissario. Eugenio Gaudio, nominato ieri dal Consiglio dei Ministri dopo le dimissioni di Giuseppe Zuccatelli, ha rinunciato al suo incarico. ’’Mia moglie – ha spiegato a Repubblica.it il professore, rettore dell’Università degli Studi di Roma ’’La Sapienza’’ e di origine cosentine – non ha intenzione di trasferirsi a Catanzaro. Un lavoro del genere va affrontato con il massimo impegno e non ho intenzione di aprire una crisi familiare’’. Riguardo alle notizie sul coinvolgimento dell’estate 2019 nell’inchiesta sull’Università di Catania Gaudio ha chiarito: ’’Il procuratore di Catania ha appena fatto sapere al mio avvocato che è andato a depositare la richiesta di archiviazione per il mio presunto abuso di ufficio’’.
’’La notizia l’ho appresa in tv e la cosa mi scoccia abbastanza. Questa ennesima vergogna si sarebbe potuta evitare se il governo avesse accettato quello che proponiamo da settimane, un tavolo governo-regione, 6-12 mesi di commissario e poi restituzione della sanità alla Regione Calabria – ha commentato Nino Spirlì, presidente facente funzioni della Regione Calabria, a Rainews24 – In questi 11 anni di commissariamento la sanità è peggiorata. E non ha un piano di contrasto al Covid. Chi doveva controllare non era la Regione ma il ministero della Salute e il ministero dell’Economia: i controllori cosa hanno controllato in tutti questi anni?.
’’Basta con i balletti di nomi – conclude – Io continuo a dire che non c’è la necessità di essere colonizzati. La Calabria è una regione dell’Italia e merita la dignità di tutte le altre regioni. Abbiamo tanti professionisti calabresi che possono affiancarsi alla giunta regionale per la nostra sanità’’.