ROMA – Sembra emergere una linea dura per il Dpcm che entrerà in vigore venerdì prossimo e che dovrà contenere le indicazioni in vista delle festività natalizie. Al termine della riunione nella notte tra il premier Conte e i capi delegazione di maggioranza, infatti, non cambierà nulla nelle Regioni che attualmente si trovano in zona gialla, arancione o rossa. Dovrebbe entrare in vigore in prossimità di Natale, però, la ’’zona gialla rafforzata’’ per evitare una possibile risalita della curva del contagio. Secondo quanto emerso dovrebbero essere consentiti, forse dal 21 dicembre, gli spostamenti per il rientro dei residenti o per chi fa rientro al domicilio. Niente ricongiungimenti familiari nè spostamenti verso le seconde case. Inoltre il 25, il 26 dicembre e il 1 gennaio non saranno consentiti spostamenti tra i Comuni, ma si va verso l’apertura dei ristoranti a pranzo a Natale e Santo Stefano (resta la chiusura alle 18).
Rimane il coprifuoco alle 22 sempre, anche nei giorni di festa, Capodanno compreso. Restano invece ancora aperti i fronti riguardanti la possibilità di un ritorno a scuola prima di Natale e quello sulle piste da sci che dovrebbero restare chiuse fino. Ma, a sorpresa, arriva la decisione sugli alberghi in montagna che resteranno aperti. Per evitare però veglioni e festeggiamenti alle ore 18 del 31 dicembre i ristoranti delle strutture alberghiere dovranno chiudere e sarà consentito solo il servizio in camera. L’ipotesi è che le misure più restrittive per le festività valgano dal 21 dicembre al 6 gennaio, ma non sono escluse variazioni dopo il confronto con il Parlamento e le Regioni. Infine, resterà il coprifuoco dalle 22 e l’apertura dei negozi fino alle 21. La messa di Natale dovrebbe svolgersi alle 20.