ROMA – E’ morto, all’età di 59 anni, in Lettonia, in seguito a complicazioni legate al Covid-19, il regista sudocoreano Kim Ki-duk. Lo riferisce il portale lettone Delfi. Il debutto alla regia nel 1996 è con Coccodrillo, film che racconta la vicenda di un uomo che vive aspettando sotto il ponte di un fiume i suicidi, per poter sottrarre poi ai cadaveri i loro averi. La sua prima pellicola uscita nelle sale italiane è Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera, presentato in concorso al Festival internazionale del film di Locarno nel 2003 e capace di ottenere notevoli risultati al botteghino nonostante la firma d’autore. Il suo film successivo è La samaritana, in concorso al Festival internazionale del cinema di Berlino del 2004, dove si aggiudica l’Orso d’argento per il miglior regista.
Il film è uscito nelle sale italiane solo nel giugno 2005. Sempre nel 2004 Kim Ki-duk gira Ferro 3 – La casa vuota, con il quale vince il Leone d’argento – Premio speciale per la regia alla 61^ Mostra di Venezia. L’anno successivo è la volta de L’arco, presentato al Festival di Cannes 2005. Nel 2012 vince il Leone d’oro alla 69^ edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia con il film Pietà. L’anno successivo è la volta di Moebius, presentato fuori concorso al Festival di Venezia 2013. Il regista torna al Lido anche nel 2014 con One on One, film che apre, fuori concorso, la selezione delle Giornate degli Autori; è dell’anno successivo, invece, l’ancora inedito Stop.
Il 2016 segna l’ulteriore ritorno di Kim Ki-duk alla Mostra del Cinema di Venezia, dove il suo Il prigioniero coreano apre la nuova sezione denominata Cinema nel Giardino.