Ragusa – La forte scossa di terremoto di magnitudo 4.4 registrata ieri sera alle 21,27 nel mare di Ragusa e avvertita in tutta la Sicilia orientale con ogni probabilità è stata generata dalla pericolosa faglia ibleo maltese. La scossa secondo la stima dell’Ingv, ha avuto una magnitudo di 4.4 e epicentro in mare, davanti alla costa, nella zona tra Scoglitti e Santa Croce Camerina, nel Ragusano. La scossa, che è stata stimata a una profondità di quasi 30 chilometri, è stata talmente forte da essere stata distintamente avvertita in tutta la Sicilia orientale, con segnalazioni che vanno dall’area etnea al Siracusano ma anche nel centro dell’isola e perfino ai piani alti dei palazzi a Palermo.Nei Comuni in provincia di Ragusa molta gente si è riversata in strada ed in tanti hanno preferito dormire nelle auto.
La Sicilia orientale ed in particolare, l'area della provincia di Ragusa sino ad Augusta e Siracusa, sono influenzati dai movimenti della faglia ibleo maltese. Tra il 9 e 11 Gennaio del 1693 si ebbero due potentissime scosse di terremoto che furono talmente intense da devastare l'intera Sicilia sud-orientale. Furono rasi al suolo molti centri abitati e i danni si estero sino a Palermo, a Catania, alla Calabria meridionale e persino a Malta. Di terremoti devastanti se ne ebbero nel 1169, il 1542, mentre quello citato del 1693, la scossa fu avvertita sino in Tunisia. Fonti storiche testimoniano che entrambe le scosse sismiche furono accompagnate da tsunami che investirono la costa della Sicilia orientale. I terremoti del 1169 e 1693 hanno sprigionato energia stimata sino a circa 7.7 di Magnitudo (fonte INGV – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia). La faglia ibleo maltese, secondo studi INGV, ha generato terremoti di tale forza con tempi di ritorno di sismi di tale intensità sarebbero di 866 anni, mentre di scosse non trascurabili di appena sopra i 5 di Magnitudo circa, ed anche meno di 300 anni. L'area ha un potenziale di sismicità di Magnitudo 8.
Vuol dire che sono necessari interventi strutturali imponenti per prevenire disastri. Purtroppo i terremoti non si possono prevedere, e l'unica difesa è combatterli con la prevenzione. Uno dei più recenti sismi della zona è stato quello del 13 Dicembre del 1990 (magnitudo 5.6) che provocò 17 morti ed oltre 15.000 senza tetto. La Sicilia sud orientale è interessata da una delle faglie più pericolose del Mediterraneo, la iblo-maltese, la stessa che nel 1693 provocò il disastroso terremoto del Val di Noto. Il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, ieri sera subito dopo la forte scossa di terremoto in un post pubblicato su facebook ha scritto: “Un grande spavento, ma al momento la Protezione Civile regionale mi comunica che non ci sono particolari accorgimenti per la popolazione, oltre alle norme di sicurezza in caso di nuova scossa: in un luogo chiuso, occorre cercare riparo nel vano di una porta di un muro portante, sotto una trave o sotto un tavolo resistente; all’aperto, occorre allontanarsi da edifici, alberi, lampioni, linee elettriche.
È importante lasciare libere le linee telefoniche, non utilizzare ascensori. Stiamo perlustrando la città e finora non si registrano danni alle persone o alle cose; chi eventualmente avesse segnalazioni in tal senso è invitato a darne notizia alla Protezione Civile al numero 0932/676882 oppure 0932/676885 o inviare una email a protezione.civile@comune.ragusa.gov.it. L’epicentro del sisma pare situato in mare, nei pressi del litorale tra Acate e Vittoria. I sindaci della provincia comunicano che anche nelle altre città del territorio non sembrano esserci stati particolari danni.